Di Luca Scutti

L’ULTIMA LETTERA A EVA

(Tratto, “frammenti”, dal libro prossimamente in uscita:

“La ferita di Eva”. Storia realmente accaduta.)

 

Cara Eva,

un giorno “quella” ferita

diverrà la gemma più bella

sopra il tuo cuore,

diverrà la parte più bella di te,

come un foulard leggero, di seta,

mentre ti abbraccia il collo,

mentre ti scende sul cuore…

I giapponesi valorizzano una ferita,

i giapponesi valorizzano una crepa,

riempiendola con dell’oro,

tu Eva la valorizzerai

con la gemma più bella del mondo.

Ora sei “fertile” dentro “quella” crepa,

ora sei “fertile” dentro “quel” solco,

ora sei diventata più saggia

anche se il dolore resterà,

anche se sanguinerai ancora.

Hai imparato a guardare dentro “quella” ferita di dolore,

hai imparato a capire il valore di “quella” ferita,

hai imparato ad essere una donna migliore dentro “quella” ferita di dolore,

hai imparato ad amare “questa” ferita sopra il tuo cuore.

Eva,

ora hai un carattere forte,

la sofferenza ti ha temprato,

“quella” ferita ti ha fatto diventare

la donna che oggi sei,

conosci le profondità della vita,

appartieni alle profondità della vita,

conserva sempre “quella” ferita,

prenditi sempre cura di “quella” ferita,

un giorno Dio la guarderà…

Non permettere mai a “quella” ferita

di “vestirti”,

un “vestito” che non ti appartiene,

non permettere mai a “quella” ferita

di cambiare il tuo nome e cognome.

Quanto hai sofferto?

Quanto?

Quante volte sei caduta?

Quante?

Quanto sangue hai “perso”?

Quanto?

La ferita di un’infanzia violata,

la ferita di un’infanzia profanata,

nessuno ti prese tra le sue braccia,

nessuno ti portò alle giostre per giocare,

cercarono di coprirla,

cercarono di far finta di nulla,

una ferita ha bisogno di poter respirare,

una ferita ha bisogno di essere baciata,

una ferita ha bisogno di essere abbracciata,

una ferita ha bisogno di un “vento” amico,

una ferita ha bisogno di un “sole bambino”,

una ferita ha bisogno di vederti ballare

con i piedi dentro una pozzanghera piena d’acqua,

una ferita ha bisogno di correre sopra la riva del mare,

una ferita non ha bisogno di essere nascosta,

una ferita ha solo bisogno d’amore,

“questa” ferita non va rimarginata,

“questa” ferita va solo amata,

come fai a non amare una bambina

abbandonata dentro un parco giochi vuoto…

Eva,

continua a sorridere come hai sempre fatto,

dentro il tuo sorriso c’è tutta la tua ferita,

fin da bambina hai sempre avuto

il sorriso più bello del mondo

insieme alla tua “compagna” di vita.

Neanche l’universo,

neanche il mondo,

sanno che c’è un sorriso più bello del “loro”.

Eva,

siamo noi uomini le vere “mappe” del mondo,

i nostri dolori,

le nostre sofferenze,

le nostre ferite,

ecco le vere  “mappe”,

abbiamo “strade” tracciate,

abbiamo “strade” disegnate,

osserviamoci…

Nascondere una ferita è come darsi in pasto

a “cani” affamati,

Eva sorridi…

“quella” ferita è anche mia,

non restare rinchiusa “lì” dentro.

Ricordi?

“Ogni volta la tua poesia

guarisce sempre “questa”

mia ferita,

ora portami al mare

voglio osservare le ferite del Cielo,

amore voglio osservare

le stelle insieme a te”.

 

 

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