Di Luca Scutti

L ‘ A N G E L O ” S P O R C O “

 

Sono la foglia d’autunno caduta,

sono la rapida

di una desolazione infinita,

sono la lamina

dallo spessore molto sottile,

sono il fogliame,

sono l’asfalto bagnato

 sempre irrigato dai miei dispiaceri,

 immerso dai miei ricordi,

saturo delle mie lacrime,

sono il catrame sotto le mie scarpe,

sono inondato,

sono riversato qui…

 

Sono

la luminaria di notte,

sono

lo sguardo di un cane

che è sempre accanto a me,

i nostri occhi sono

sempre così identici,

precisi,

immutabili gemelli,

le nostre espressioni

sono sempre le stesse,

la nostra presentazione

è sempre la stessa.

 

Sono

il palo della luce,

sono

il guardiano del nulla,

sono

il fanale dell’automobile,

sono

l’odore della benzina,

sono

l’odore sgradevole,

sono

il cartone di uno scatolone

sempre più sudicio,

sono

un disegno” confezionato

che nessuno guarda mai, 

sono

il ponte,

sono

il sottopasso,

sono

il rifiuto,

sono

la vostra negazione,

sono

la vostra vergogna,

sono

il vostro disonore,

sono

il vostro fallimento,

sono

l’onta umana,

sono

l’abbandono,

sono

l’indifferenza glaciale,

sono

un foglio di giornale

mi riveste

donandomi un pò di calore,

non troverai

mai scritto il mio nome,

sono

lo straccio attaccato a me,

sono

pazzo…così dicono,

sono

l’elemosina senza chiederla,

sono

un crocifisso di legno

legato intorno al collo,

dondola ma è fermo,

dondola ma è ancorato,

è congelato

addosso al mio cuore,

sono

la preghiera

prima di addormentarmi,

sono

il pensiero profondo,

è un pensiero infinito,

è un pensiero abissale,

è un pensiero potente,

è un pensiero sentito“.

 

Iniziò a parlare

senza mai fermarsi

per un solo istante,

fissando sempre l’orizzonte,

osservava l’infinito sopra la panchina…

 

Eppure dicono di aver visto

un uomo morire sulla croce,

ma basta che giri lo spigolo

di una qualsiasi strada…

Si, 

mi puoi trovare li,

nel mio “Golgota”,

in ebraico significa:

“Cranio, teschio”.

 

Non ho mai chiesto nulla,

non ho mai preteso nulla,

non ho mai imposto nulla. 

 

A volte,

spesso,

parlo come Gesù: 

Ho fame,

ho sete,

ho freddo,

pietà di me”.

 

Mai

nessuno

ha “sentito”, 

ha intuito,

ha riconosciuto,

ha previsto, 

il mio grido di dolore

avvolto nel silenzio…

 

Lo “strepito”

che ha provato a parlare

nel cuore della notte, 

eppure per loro

c’erano solo assenza

di qualsiasi tipo di rumori,

nessun respiro,

nessun alito bianco

condensato nelle arterie della notte,

nessun sospiro,

nessun soffio,

nessuno stava

soffocando dal dolore,

nessun mutismo,

nessuno faceva

fracasso addosso al muro.

 

Sono tutti occupati

ad uccidersi” 

l’uno con l’altro,

l’incapacità di non riuscire

a far funzionare

la loro parte conscia.

 

Non esiste più lo spazio,

dentro di loro

non lo troverai mai.

 Lo hai notato anche tu?

 

E’ tutto così pieno,

è tutto così compresso,

l’ego sproporzionato,

l’io,

la vanità

che si veste di superbia.

 

Manifestarsi,

creare lo spazio,

è nel vuoto che puoi costruire.

 

Così presi,

così popolati,

così abitati,

e sapessi quante

volte penso a Gesù.

 

Sono diventato

il Suo ladrone da proteggere,

da soccorrere,

da confortare,

da accudire ogni volta

che scende la notte,

Luca ho sempre tanta paura,

le tenebre della morte

mi spaventano sempre.

 

Le tenebre di questi uomini,

la loro oscurità,

il loro squallore,

alcuni di loro

non hanno mai avuto il coraggio

di guardarmi in faccia,

non chiedo mai nulla,

chiedo solo un sorriso

di quando erano bambini…

 

C’è qualcosa di più bello

di un sorriso di un bambino?

 

Cerca sempre di farti accompagnare

dalla compassione, 

non uscire mai di casa

se non è addosso a te,

se non avverti la sua presenza

torna indietro,

e vattela a riprendere. 

Non dimenticare mai

che le persone

stanno combattendo

una “guerra”

più grande della tua,

la mia “guerra”

non la conosce nessuno.

 

Ci vuole

tutta la compassione amorevole,

non puoi mai sapere

cosa è accaduto

nella vita di uomo,

in quale campo da battaglia

si possa trovare,

qual’è la sua sofferenza,

nessuno potrà mai saperlo,

quali sono gli ostacoli

che ogni giorno

non riesce a superare,

bisogna cercare

di avere il coraggio

di entrare

dentro la sua battaglia,

la compassione è una qualità

che ti proteggerà sempre,

è stata benedetta dal Cielo,

è un enorme opportunità, 

e insieme al tuo cuore

tutto sarà più facile.

 

Poi si stese dentro vari cartoni,

si mise sopra il corpo

svariati giornali e stracci.

Il suo viso era molto provato,

ma anche in quella posizione

continuò a parlare anche se per poco.

 

Si addormentò pronunciando il mio nome.

 

Ho visto le persone

“proteggersi” da me,

mentre tu dopo aver trovato

tutte le strade chiuse

per arrivare a me,

la giusta strada

sei riuscito a creartela,

fantastico.

 

Ora caro Luca devo riposare.

Il vecchio barbone

ti dice che è stato uno degli uomini

più liberi del mondo,

e un giorno morirà congelato

sopra una panchina di un parco.

 

Questa notte prima di addormentarti

stringi a te la compassione,

stringila forte,

non sciuparla,

non sprecare nessun attimo

trascorso insieme a lei,

vattela sempre a prendere,

potrebbero rubartela,

è rara.

 

Sarà come stringere

un pò anche me…

 

Ciao amico Luca.

 

Ciao Osvaldo.

 

 

   

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