Hai corso così tanto nella tua vita,
cercando di trovare uno scopo…
Ti sei sempre precipitata,
ma ora davanti al tuo scenario
dovresti procedere molto lentamente,
dovresti non affrettarti.
Da bambina sei stata costretta
troppo spesso a recitare.
Il tuo tempo,
il tuo cielo,
sono stati forzati,
sono stati imposti,
il dramma di un’infanzia perduta,
il dramma di un’infanzia profanata,
il dramma di un’infanzia dissacrata!
L’infanzia di un uomo è sempre sacra,
accompagnarla sempre verso la consacrazione,
onorarla,
venerarla.
Hai subito assorbito
il comportamento di tua madre,
la sua condotta,
il suo modo di agire,
il suo atteggiamento verso l’Universo.
E ora
che il vento si è alzato,
piccoli “chicchi di grano”
cadono dentro i tuoi occhi…
Sono scesi dal Cielo,
ecco il Divino
per te,
ecco il Prodigioso
per te,
ecco l’Insperato
per te.
Diventerebbero miracolosi i tuoi occhi,
se solo potessi spalancarli
davanti ai tanti demoni
che quotidianamente ti prendono per mano,
ti hanno sempre accompagnato,
dandoti da bere lo xanax,
dandoti da bere il malox,
dandoti da bere tutta la loro tossicità,
dandoti da bere
tutto il tuo sangue
che avevi appena sputato,
se solo per un piccolo “chicco di grano”
potessi aprire i tuoi occhi:
Spalanca i tuoi occhi,
ingrandiscili…
E buca la luna
insieme all’istante
di quel “chicco di grano”.
Sembra come che tu non meriti
tutto l’amore dell’Universo,
quante volte hai ripetuto a te stessa
di non essere all’altezza,
verso l’amore di Dio,
verso l’amore di un uomo,
continuando ad urlare contro la luna…
I tuoi strepiti nel buio,
per attirare l’attenzione dei lupi pronti a sbranarti,
mentre nessuno riusciva a sentirti,
non hai mai voluto farti sentire,
per te stessa non sei mai esistita…
Il Cielo ha udito il tuo dolore,
il Cielo ha provato quello che hai provato tu,
la coscienza del Cielo per sua figlia,
il Cielo riconosce sempre un figlio.
Vorrei poterti raccogliere
da dove ti sei gettata,
vorrei poterti sollevare
da dove ora…
sei dispersa.
Vorrei poterti difendere
da dove ora ti trovi,
la solita maledetta buca,
è sempre la stessa,
il solito nascondiglio…
Poi
la tua regola
come una consuetudine,
un altro squarcio
sopra la tua anima,
per osservarti camminare scalza
ancora un’altra volta
sotto la luna,
e sentire le tue urla
attraverso il vetro della mia finestra…
Il vetro che rabbrividisce,
il vetro che sussulta,
il vetro che oscilla,
il vetro che trema,
il vetro che freme,
il vetro che ha paura di rompersi.
Ora
il vetro è molto spaventato…
Era
il
mio
cuore!
Vorrei portarti via con l’aiuto degli angeli,
ho bisogno della loro protezione,
troppi ostacoli,
troppe difficoltà,
lungo il percorso per giungere a te.
Vorrei portarti dentro una casa
con un camino acceso dal mio respiro,
un respiro infuocato dall’Universo,
un respiro rovente e fervente nel nome di Dio,
un respiro vibrante e intenso
per allontanare i lupi che bussano alla porta di casa,
dicendoti:
“Va tutto bene,
le persone non ti devono niente,
le persone non sono il tuo problema,
non puoi continuare a dimenticarti,
c’è ancora tempo per quella bambina
che continua ancora a vivere dentro di te,
c’è ancora spazio per lei,
ma è arrivato il momento di fargli spazio nel vuoto,
non puoi continuare a scordarla,
è giunto il momento di perdonarla,
è giunto il momento di andartela a riprendere,
è giunto il momento di non “spogliarla” più,
ci sono delle coperte prendile…“
Non posso più
voltarmi all’indietro,
non voglio più vedere
quando
ti rompi infrangendo e profanando la tua vita,
non voglio più vedere
quando
ti rompono riducendoti in mille pezzi.
Non sai cosa darei
che tu mi vedessi come ti vedo io,
continuando ad urlare alla luna,
per attirare l’attenzione dei lupi pronti a sbranarti…
Devi iniziare ad essere vulnerabile,
devi iniziare a metterti in gioco,
devi iniziare a non proteggerti più,
devi iniziare a svuotare.
Nel pieno
non potrai mai aver bisogno
di cose mai usate,
intatte,
sconosciute,
mai viste prima,
dove pensi di metterle?
Bisogna avere lo stomaco vuoto,
e non pieno,
nel vuoto possiamo sempre aggiungere,
nel vuoto possiamo sempre sostituire.
Nel vuoto
hai tutto lo spazio a tua disposizione,
puoi costruire,
mensola su mensola,
sarà un meraviglioso momento,
indimenticabile.
Svuotare è un arte,
l’arte dello svuotamento,
l’arte di saper utilizzare il vuoto,
l’utilità del vuoto,
E’ NEL VUOTO CHE COSTRUISCI!
Guarda
quanto spazio Dio ci ha donato.
Dimmi come fai quando c’è la piena,
dimmi come fai quando sei piena,
è tutto così colmo,
è tutto così affollato.
La tua mente è piena,
il tuo cuore è pieno,
la tua stanza è piena,
L’ELEFANTE E’ DENTRO LA TUA STANZA!
Dentro
un bicchiere pieno
non puoi aggiungere più nulla,
vuoi aggiungere?
Vuoi sostituire?
Prima dovrai svuotarlo!
Nel vuoto trovi l’utile,
il fruttuoso.
E’ utile
quando è vuoto
non quando è pieno.
Quando
sei piena
nessuno più riesce ad ascoltarti,
non ti sentono,
non arrivi.
Il vuoto ti salva,
nel vuoto non c’è fretta,
hai davanti a te una vallata estesa.
Più
svuoti e più costruisci,
ti verranno a cercare,
ti sentiranno,
come un fiume di saggezza.
Scorrere
fino a svuotare ogni giorno,
nulla è stagnante.
C’è tanta energia,
fluire,
l’amore,
la bellezza,
la compassione.
Come il fiume…
Nel pieno sei esclusa
a qualsiasi passaggio.
Quando
sei nel vuoto diventi un magnete.
Dentro
la tua stanza c’è l’elefante,
è enorme…
Apri
la finestra della tua stanza,
c’è bisogno di cambiare l’aria.
Non devi trattenere più niente,
devi svuotare,
il vuoto è miracoloso.
La paura di guardarti dentro,
la paura di non trovare nulla,
e quindi hai pensato bene di riempirti,
brillare di luce altrui,
la paura è una gabbia che non riesci a vedere,
ti blocca,
e intanto il tempo è passato.
Diverse
persone sono morte
dentro
per tutto questo!
Nel pieno è come cercare
un ago in un pagliaio,
lì dentro troverai di tutto,
andrai a prendere
solo quelle cose che luccicano,
quelle cose che vogliono essere prese,
mentre bisognerebbe cominciare
da quelle cose che non luccicano,
e solo nel vuoto le potrai trovare…
Io
che
ti
sto
cercando
in
fondo
al
mare.
immenso❤
Caro Aldo, ti stavo aspettando, ed eccoti qui come sempre, puntuale, incisivo, ma soprattutto unico. 🙂