Di Luca Scutti

“RIDI” PAGLIACCIO “RIDI”

 

Le prime luci dell’alba

trapelano attraverso le tapparelle della serranda,

la sveglia sopra il comodino inizia a trillare:

“E’ già ora di alzarmi, non è possibile…

Mio Dio che stanchezza, troppa.

Troppo “accumulo” in tutti questi anni,

tutto inizia a farsi sentire, tutto ritorna…

Devo iniziare a travestirmi da pagliaccio,

il solito trucco sopra la mia faccia,

il solito sacco di paglia come vestiario,

il solito buffone da circo che non merita fiducia,

la solita persona poco seria.

“Ridi” pagliaccio “ridi”.

La vita è un “circo” ed io ci sono “cascato” dentro,

dono sorrisi mentre le mie lacrime sembrano truccate,

riescono a mescolarsi,

riescono a confondersi

sotto al mio al trucco,

quante volte avrò pianto mentre loro ridevano?

Non so quante volte mi sarò travestito da pagliaccio,

non so quante volte ho insegnato

a ridere davanti a tutto il dolore del mondo,

quante volte, quante volte…

“Ridi” pagliaccio “ridi”.

Non so quante volte ho alleviato le “pene”,

non so quante volte ho alleviato il dolore,

quando me ne accorgevo mi mostravo ancora più ridicolo,

conosco bene la “pena”,

conosco bene il dolore.

Tante persone provocano “pena” e dolore,

è il loro divertimento,

è il loro “gioco”,

vecchie infanzie mai superate,

vecchie infanzie sempre subite,

vecchie infanzie come “fili spinati”,

gole “arrossate”,

dentro la mia sofferenza devo “strappare” sorrisi,

con un’anima che sente tutto il dolore del mondo,

con un’anima che sente tutta la pesantezza del mondo,

con un’anima che osserva tutti i sorrisi più falsi del mondo,

con una lacrima sempre racchiusa dentro la mia tasca…

“Ridi” pagliaccio “ridi”.

Avrò anche un naso grosso e rosso,

avrò anche un vestito di paglia,

mentre tu hai la tua bella giacca e cravatta

e decidi le sorti dell’umanità,

mentre tu hai la tua tonaca da giudice

e decidi una condanna,

mentre tu sei vestito da prete

e pronunci: “Il Corpo di Cristo”…

“Ridi” pagliaccio “ridi”.

Un uomo deve essere un “pagliaccio”,

se non lo è non sarà mai un’artista,

come potrà mai “rigare” la propria vita,

come potrà mai comprendere la propria vita,

come potrà mai essere “depresso” senza la propria vita,

senza la propria vita nessun patimento,

come potrà mai essere un malinconico per comprendere la propria vita,

la malinconia aiuta ogni sera un pagliaccio a “morire”…

“Ridi” pagliaccio “ridi”.

Che ne sai del mio naso rosso,

che ne sai del mio vestito di paglia,

che ne sai della lacrima che Pierrot aveva sopra la sua guancia,

che ne sai della mia tragedia,

che ne sai del mio essere grottesco,

che ne sai del mio cuore quando scocca la mezzanotte

mentre cade giù per le “scale”,

si frantuma,

si fa in mille pezzi,

è un “crack”,

c’è un cuore che si spezza!

Ma non andrò mai dentro ad un manicomio,

vivrò sempre da pagliaccio,

ho paura ad affacciarmi “lì” fuori,

troppe persone,

troppe persone “mascherate”,

troppe automobili,

troppa luce,

troppi rumori,

troppi branchi,

troppe infamità,

è troppo “unto” l’asfalto da percorrere per me…

“Ridi” pagliaccio “ridi”.

Troppo spesso si usa la parola pagliaccio come disprezzo,

questa “cadenza” così diffusa mi ha sempre addolorato,

questa “cadenza” rispecchia la “decadenza” degli uomini,

padri che continuano a sognare

il talento del proprio figlio,

padri che continuano a sognare

un’ottima “posizione” per il proprio figlio,

padri che continuano a sognare

il centro “dell’attenzione” per il proprio figlio,

il “mostrare”,

“l’apparire”:

“Altrimenti sei un povero fottuto pagliaccio”.

“Ridi” pagliaccio “ridi”.

Ho sempre vissuto dentro l’immediatezza,

ho sempre vissuto dentro la spregiudicatezza,

ho sempre vissuto dentro il  rischio,

mi sono sempre esposto,

mi sono sempre estraniato,

sono nato diverso…

Come fai a vivere

se non hai un’anima 

da pagliaccio.

 

Sono orgoglioso

di essere un pagliaccio,

ho ancora

il cuore

di un bambino che piange.

 

Ho

solo

paura

quando

scocca

la

mezzanotte,

in

quanti

a

quell’ora

mi

vorranno

bene?

In

quanti

a

quell’ora

si

ricorderanno

di

quel

“povero”

pagliaccio”?

Il sipario che si chiude,

il trucco che si scioglie,

le tasche ricolme di lacrime…

 

“Ridi” pagliaccio “ridi”.

 

 

 

 

 

 

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12 Commenti

  1. È bellissima e reale.
    Mi sento sempre così
    E vedo il mondo così
    E soffro tanto così
    Fino a non respirare

    Grazie

  2. È bellissima, esprime tutta la pena che tiene chiusa dentro chi sorride sempre anche quando vorrebbe gridare al mondo che sta male

  3. Il sorriso è l’unico modo per cercare di nascondere i propri problemi, le proprie paure, le proprie sensazioni. Il pagliaccio interpreta perfettamente il tutto…

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