Di Luca Scutti

“CARO NONNO…”

Caro nonno,

ho pensato di scriverti una lettera,

ora che sei volato tra le nuvole

ora che non ti vedo più,

ma ti sento,

ti ascolto,

provo,

patisco,

riconosco,

ancora non riesco ad ignorare…

 

Sei stato il mio “giocattolo” preferito,

quello più semplice,

quello più prezioso.

 

Sei stato il mio “paese” dei balocchi,

mi hai visto crescere,

accanto a te sono germogliato,

accanto a te sono diventato grande,

accanto a te il mio cuore si è esteso fin “lassù”…

Sapendo

già

che

a

breve

mi

avresti

lasciato.

 

Sapessi quante volte me lo sono chiesto:

“Nonno mi ama così tanto

perchè già sa che a breve mi lascerà.”

 

Avevi l’argento dentro gli occhi

mentre mi guardavi,

c’era il bianco,

c’era l’argenteria più preziosa

che Dio poteva donarmi,

a volte i miei occhi

hanno visto il bianco lucente…

 

Avevi l’oro dentro al tuo cuore,

era la mia ricchezza infinita

 Benedetta dal Cielo,

l’ho sempre pensato,

l’ho sempre saputo.

 

Hai attraversato il mare prima di me,

sei riuscito a “passare”

anche quando dovevi fermarti,

anche quando dovevi respingere

la grande marea…

 

Sei riuscito a bucare il Cielo,

sei riuscito a rubare tutte le stelle che potevi,

le hai guidate fin sopra il mio cuscino,

le hai accompagnate,

le hai consegnate a me,

aspettando sempre il Cielo

per la loro consacrazione…

 

Poi la quantità di acque,

gli abissi,

il mediterraneo e l’oceano,

spiagge rive e coste,

maree piogge e fiumi,

poi il Cielo ti ha “spinto”

e sei giunto da me.

 

E pensare che ti dicevano che eri debole,

invece sei stato l’anello

più importante della mia vita,

un cerchio sempre ben chiuso,

mentre io ero addosso a te,

mentre io ero stretto a te,

annodato tra le tue braccia,

avvolto,

incastonato come un diamante solitario, 

cristallizzato dal Cielo,

recintato dentro al tuo sorriso,

rinchiuso e sicuro dentro al tuo cuore, 

ho trascorso giornate

dentro uno scrigno sacro,

inaccessibile,

intoccabile,

difeso,

irraggiungibile…

 

Eri silenzioso e raccolto

quando le mie lacrime

graffiavano il mio viso,

correvano giù ma poi si fermavano

nella tua abbondanza,

il tuo amore incondizionato,

la tua lezione di vita,

eri il mio porto sicuro,

il mio scalo,

l’insenatura della mia anima,

il mio riparo,

il biscotto più dolce del mondo.

 

La

mia

ombra

di

notte

era

legata

alla

tua.

 

Eri senza followers eppure avevi tanti amici,

eri senza whatsapp

eppure i tuoi contatti erano straordinari,

giungevi da me a piedi,

giungevi da me di persona,

riuscivi a cospargere la mia vita

di polvere di stelle,

frammenti dei tuoi amori andati e perduti,

la dimenticanza di un sorriso non dato,

il polverone di un abbraccio non dato,

la troppa cenere dentro il posacenere,

la bottiglia del vino più vuota che mai,

il frigorifero vuoto,

il conto corrente in rosso,

la sabbia negli occhi di quando eri bambino,

la tua miscela esplosiva chiamata Maria,

i tuoi campi da battaglia,  

mi raccontavi sempre

che c’era un angelo nella tua vita,

era una creatura celeste,

era un messaggero divino,

ogni notte ti lasciava sopra il tuo cuscino

la polvere di stelle,

eccole allora le tue fiabe

inventate solo per me, 

mio cuore,

cuore d’angelo…

 

Eri un padre

al quale gli era stata offerta

una seconda possibilità,

ma eri mio nonno

con le tasche ricolme di caramelle,

sempre pronto a sistemare le cose,

sempre e solo tu,

eterno vecchio bambino,

ed io sono stato

la tua fonte di energia più potente.

 

Quanta nostalgia

ha il Cielo questa notte,

è più grande,

semina i ricordi

dentro la mia stanza,

sparge i suoi semi,

diffonde e provoca il mio cuore…

Il mio respiro che cambia

e diventa una respirazione diversa,

un fiato,

un sospiro,

di quando ero bambino,

anche la mia risata ha un altro suono.

Cerco il mio vecchio cuscino

ma non lo trovo,

poi aprendo il cassetto dell’infanzia

trovo una caramella,

trovo la mia fanciullezza,

trovo il bambino che sono stato…

 

La caramella inizia a sciogliersi

dentro la mia bocca,

mi stendo sul letto,

gli occhi che si chiudono…

“Nonno buonanotte”.

 

Ho sognato un uomo

che camminava “dall’altra parte”

della strada,

con le tasche ricolme di caramelle.

 

Articoli Correlati

3 Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vedi anche
Close
Back to top button