“Solo tu sai del mio cuore,
non c’è nessun altro amore
che sa.
E’ stato un diritto Divino
la mia maternità per te,
un diritto sacro.
L’Altissimo è sempre stato
accanto a me.
Non sono e non sarò
più intera,
totale,
mi sono divisa a metà.
Tu…
mio desiderio legato,
incastonato
dentro al mio cuore,
tu…
frammento di polvere di stelle,
tu…
doglie immacolate,
tu…
i miei dolori,
tu…
i miei travagli.
Dentro di me c’erano le stelle.
Tu…
immenso privilegio
della mia vita,
tu…
infinito per me,
tu…
sconfinato per me.
Quando
per la prima volta
mi hai chiamato
col mio nome:
“Mamma”.
La parola più bella.
E’stata
la prima parola
che hai imparato.
La tua origine,
il tuo antico
che vive nel nuovo,
la tua prima
e ultima parola.
Sarà anche
l’ultima parola
quando
chiuderai gli occhi,
quando
il freddo ti raggiungerà,
quando
sarai distante dalla terra.
Ricordo la mia mano
quando dondolava
la culla dove riposavi,
quella mano
cullava tutto l’universo,
in un attimo tutto oscillava:
“Ninna nanna amore mio”.
Tu…
amore mio,
tu…
amore incondizionato,
tu…
amore assoluto,
tu…
amore totale,
senza nessuna
riserva e resistenza.
Mi avevi dato
un appuntamento al buio…
Quel bagliore
così limitato e incerto
mi restò accanto,
era il crepuscolo
a oriente del mio cuore,
prima del sorgere del Sole,
non mi abbandonò
per un solo istante,
poi il chiarore,
la prima Luce,
il principio,
l’inizio,
la nascita,
eri tu amore mio…
Ero sicura che avrei incontrato
l’amore della mia vita.
Ti ho cresciuto,
sei germogliato,
sei diventato grande,
sei salito,
ti ho portato ovunque,
ti ho spinto,
ti ho presentato,
ti ho consegnato,
ti ho portato oltre,
in ogni dove,
in qualsiasi luogo,
ti ho portato al di la’,
dall’altra parte di…
Stavi riposando,
quando in una triste
serata di ottobre,
tuo padre
intraprese un altro viaggio,
dalle strade infinite:
L’Ascensione…
Le braccia di Dio e Maria
lo accolsero,
era ed è sempre stato
il suo desiderio:
La magnificenza…
Quanto spazio
ha dovuto fare
per accogliere
il suo desiderio,
aveva bisogno
dell’Ampiezza,
Dio mio quanto spazio
è riuscito a fare dentro di se.
Poi
il vuoto,
è
nel vuoto
che
costruisci,
è
nel vuoto
che
edifichi
Dio.
Ricordi amore mio
quanto pioveva?
In quella notte sul balcone
si posò una colomba,
erano le 3 del mattino.
Sentii i tuoi passi,
accesi la baciu
sopra il comodino,
la vidi distesa
sopra le tue mani
tutta infreddolita,
perdeva sangue,
avvertiva lo stesso
nostro freddo…
In quell’istante
il mio volto si rifletteva
dentro le tue lacrime.
E lì che capii
dove Dio e l’universo
ti avrebbero accompagnato,
guidato,
accostato a tutto ciò
che è invisibile agli occhi,
insieme ai tanti libri di tuo padre
che ti ho donato,
insieme ai tanti pizzini
a te così tanto cari e preziosi.
Ora sono trascorsi molti anni,
abbiamo un ospite indesiderato
dentro di me:
il parkinson.
Amore perdonami
se non hai più ricevuto
nessun libro da parte mia,
nemmeno nessun pizzino.
Ma ancora riesco a stringerti a me
con tutto il tremore del mondo
che sento
e che ho addosso.
Queste scosse,
questi sobbalzi,
queste vibrazioni,
questi fremiti,
sono terribili,
hanno destabilizzato
la mia vita.
Ma con tutta
la mia spaventosa fragilità
riesco ancora a proteggerti,
mi basta appoggiarmi a te,
riesco ancora a soccorrerti,
mi basta appoggiarmi a te,
riesco ancora a sostenerti,
mi basta appoggiarmi a te,
riesco ancora a parlare con te
restando in assoluto silenzio,
l’assenza dei rumori,
la quiete che scende…
Gli occhi non servono
solo per guardare.
Osservare,
fissare
il tuo cuore,
esplorare
il tuo volto.
Sono ancora più madre ora,
continuamente,
sono la sorgente dell’amore,
continuamente,
sono la sorgente della misericordia,
continuamente,
sono la sorgente del perdono,
continuamente,
sono la sorgente della compassione,
continuamente,
in tutto l’universo risuona
la parola più bella del mondo:
“Madre”.
L’amore che provo per te
è difficile da spiegare,
tu sei la mia devozione infinita,
tu sei il mio sacrificio infinito,
tu sei la mia offerta al Cielo,
tu sei il mio dono,
tu sei la mia rinuncia,
tu sei il mio dolore infinito,
tu sei la fitta indelebile del mio grembo,
incancellabile e permanente.
Nulla potrà distruggere tutto questo,
nulla porterà via tutto questo.
Ho abbandonato il mio corpo per te,
mi sono separato da lui,
sei stato addosso a me…
Dio quanto eri piccolo,
eri sopra la collina della mia anima,
mangiavi addosso a me,
niente di simile accadrà più nella mia vita.
Restate sempre in armonia
con la vostra energia femminile,
eliminate ogni conflitto con vostra madre.
Il trauma avuto attraverso
il rapporto con la propria madre
è il più profondo nella vita di un uomo.
Guarisci questa relazione e fai fiorire
dentro di te tutto ciò che è femminile
per poi ascoltarti e ascoltare gli altri,
accogliere e accettare come un grembo.
Ora pensa ad un utero che accoglie,
accetta gli altri così come sono,
cominciando…
Inizia da te stesso,
l’amore per te stesso
dipende dall’amore
che aveva tua madre
verso se stessa
nei primi anni
della tua vita,
cosa ti ha trasmesso…
Amati,
accettati,
diventa tu stesso
una madre per te stesso,
abbracciati,
amati come una madre
farebbe con te.
Immenso❤️
Un abbraccio forte Aldo 🙂
❤️❤️❤️❤️❤️🌹🌹🌹🌹🌹
Un abbraccio Laura 🙂