Di Luca Scutti

I N C O R P O R E O

Non l’hai mai chiamata,

non l’hai mai vista voltarsi,

non  gli hai mai detto

che volevi invitarla,

non gli hai mai detto

che ti sarebbe piaciuto ospitarla.

 

Ma prima di ogni altra cosa

cosa hai fatto?

Quali atti,

quali gesti,

hai compiuto?

L’atteggiamento,

il tono della voce,

il portamento,

il contegno,

l’inizio…

 

E cosa sei riuscito a fare?

Sei riuscito a “passeggiare”

dentro di lei?

O te ne sei andato

in giro a vagabondare,

a perderti,

a divagare,

a oziare,

a violare,

dentro luoghi

troppo sacri per non capire,

troppo venerati,

troppo elevati,

troppo inviolabili,

mercificando

la tua inflazionata materia,

la tua sostanza,

la tua entità fisica,

la tua parte

fin troppo “visibile” agli occhi…

 

Non hai mai scoperto

la sua infanzia,

il principio,

l’innocenza di quella bambina,

la “sua” malattia,

i suoi malesseri,

cosa la fa ammalare,

come si contagia,

come si “trasmette”,

come s’infetta…

“Mai,

neanche una volta,

in nessun momento,

mai.”

 

Ti ha mai raccontato le sue paure?

I suoi spaventi,

i suoi batticuori,

lo hai mai chiesto?

Conosci i suoi traumi da bambina?

Col cuore

tra le mani

mentre gli sfiori

il volto…

 

Quante lesioni hai trovato?

Quante rotture hai trovato?

Quante ferite hai trovato?

Quanti “bossoli”

hai trovato sopra

il suo pavimento?

Quanto smarrimento

hai trovato?

Quanto turbamento

c’era addosso a lei?

“Mai,

neanche una volta,

in nessun momento,

mai.”

 

Sei mai riuscito

a giocare” insieme ai suoi traumi?

Sei mai riuscito

a correre insieme a “loro” 

sopra un’infinita spiaggia

e farti esplodere il cuore?

Sei mai riuscito

a crepare insieme a “loro”?

Sei mai riuscito

a saltare in aria per “loro”?

Hai visto mai il Cielo

strapparsi davanti a “loro”?

“Mai,

neanche una volta,

in nessun momento,

mai.”

 

Cosa sai di suo padre?

Cosa sai di sua madre?

Notizie ne hai mai avute?

Delle cadute

di quella bambina cosa sai?

Hai mai chiesto notizie

alla sua stanza?

Se era fredda,

se era gelida,

se di notte ghiacciava,

se era calda,

se era rovente,

se era vuota.

Hai mai chiesto notizie

ai suoi vestiti?

Se erano usati,

se qualcun altro

li avesse già utilizzati,

se erano troppo corti,

se erano troppo striminziti,

se erano di breve durata,

se era tutto così ristretto,

se erano troppo larghi,

se erano troppo spregiudicati,

se erano sporchi,

se erano già stati macchiati,

se erano immorali,

se erano schifosi,

se erano puliti,

se erano stati lavati,

se erano nitidi,

se erano lucenti,

se erano bianchi immacolati.

 

Hai mai chiesto notizie

alle sue lenzuola?

Se faceva freddo

quando scendeva il buio.

Hai mai chiesto notizie

al suo cuscino?

Solo lui ha conosciuto

le sue lacrime,

tutti quei lucciconi,

solo lui ha ascoltato

il suo cuore,

la sua coscienza.

Ma quante volte avrai dormito

dentro il suo letto?

Quante?

Quale paesaggio

c’era al di la della finestra,

quale scenario c’era,

quale “veduta” 

scendeva dal Cielo,

cosa?

La tua visuale,

la tua angolazione,

c’eri tu li,

c’eri solo tu,

non c’era nessun altro accanto a lei…

“Mai,

neanche una volta,

in nessun momento,

mai.”

 

“Dappertutto” 

prestagli attenzione,

“dappertutto” 

restagli accanto,

impara la modulazione

dei suoi silenzi,

la loro intonazione,

il loro accento,

il loro tempo

mentre batte sempre

la stessa frequenza,

i loro passi

prima che iniziano

a bussare alla sua porta,

il tono è sempre lo stesso…

“Mai,

neanche una volta,

in nessun momento,

mai.”

 

Solo dopo questi momenti,

solo dopo aver trascorso questo tempo,

c’è l’attimo invisibile,

c’è l’esiguo invisibile,

c’è il piccolo invisibile,

è esile,

è gracile,

è sottile…

Mio

Dio

quanto

è

piccolo.

 

C’è il lampo del Cielo invisibile,

è tutto così impercettibile,

leggerissimo,

lieve,

inafferrabile,

ma non per il cuore,

è l’immateriale,

è l’etereo celeste,

è limpidissimo,

è puro,

è l’immacolato trasparente:

Incorporeo,

è esente,

non ha corpo,

è privo

di consistenza corporea,

è la bellezza

fine e delicata,

l’intensità dello spirito,

la sua esistenza,

l’eternità,

ti toglie il respiro,

rimuove il peso al corpo…

INCORPOREO!

 

La natura incorporea degli angeli.

 

Solo dopo questi momenti,

solo dopo aver trascorso questo tempo,

potrai comprendere,

potrai concepire il tuo pensiero,

solo dopo aver assimilato il suo dolore,

solo dopo averlo afferrato,

solo dopo essere riuscito a entrare,

a spingerti oltre,

solo dopo aver perdonato te stesso,

cesserai di pesare,

cesserai di misurare,

cesserai di condannare,

cesserai di ritenere,

cesserai di esprimere giudizi,

cesserai di criticare,

cesserai di sentenziare.

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I N C O R P O R E O.

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