Di Luca Scutti

IL FIUME E IL BAMBINO

Figliolo fiume o roccia?

Cosa pensi di scegliere…

Scegli sempre il fiume,

il fiume non vince mai 

per la sua forza,

nessuna violenza,

nessuna prepotenza,

nessuna malvagità,

è la sua perseveranza

che lo conduce al trionfo,

è la fermezza,

è la continuità,

è la costanza.

 

Poi

giù

verso la conquista,

poi

giù

verso la considerazione

di te stesso,

poi

giù

verso

il

successo.

 

Sei come il fiume,

l’acqua è uguale per tutti,

è identica,

è sempre stata la stessa,

è sempre stata costante e regolare,

l’acqua nel fiume è ovunque,

in ogni dove,

ma ogni fiume è diverso dall’altro,

rapido,

ampio,

tranquillo,

limpido,

freddo,

torbido,

tiepido…

 

Alla fine l’acqua

finisce sempre

in fondo al mare!

 

Il bambino restò immobile

davanti alla riva del fiume,

non c’era nessuno accanto a lui,

eppure ascoltava una voce

proveniente dalle acque.

Era un suono,

era una ballata cristallina,

erano versi d’amore,

era la chiamata,

era una dolce lagnanza,

era il verso,

era il richiamo del Cielo…

 

Iniziò a contemplare

quella meravigliosa corrente,

iniziò a “fissare”,

l’aria era in continuo movimento,

c’erano spifferi ovunque,

c’erano le grandi soffiate delle nuvole,

c’era molto traffico,

c’erano i pensieri di un bambino…

 

Il fiume aveva ancora tante cose

da raccontare,

voleva continuare a rivelare,

voleva continuare a narrare:

Ti prego,

ancora un’altra favola.

 

Il fiume comprese,

il bambino aspettava:

Cerca di essere un’acrobata

sopra le acque del fiume,

un funambolo,

un giocoliere,

cerca di mescolare il tuo “corso”

con poche persone,

quelle minime,

quelle scarse,

quelle rare,

quelle piccole,

piccolissime,

quelle corte,

quelle tenue,

quelle ridotte,

quelle ricoperte di “resina”

sopra il cuore, 

senza dimenticare mai

che esiste sempre il mare…

 

Ma

prima,

molto prima

di qualsiasi altra sponda,

nessun bordo,

nessun margine,

nessun sostegno,

nessun vantaggio,

e non avrai nessuna difesa,

nessuna salvaguardia,

nessuna protezione,

quando chiederai aiuto,

nessuno potrà sentirti…

Nessuno,

neanche uno,

neppure uno,

nemmeno uno, 

solo

Uno,

Dio!

 

Diventerai

un”grande” bambino,

non

ingombrante,

non

fastidioso,

non

invadente,

non

imbarazzante,

e poi andrai via…

 

Attraverserai

le grandi “città”…!

 

Non

dimenticare mai le tue origini,

la tua sorgente,

la tua discendenza,

le origini di un fiume

sono sempre avvolte

da un mistero profondo e inconfessato,

il suo segreto,

l’inespresso,

è coperto,

è intimo…

 

Stai

per determinare la tua vita,

non puoi più voltarti indietro,

non puoi più tornare alla sorgente.

 

Non dimenticare

le tue vie segrete e nascoste,

le tue leggi Sacre,

le viscere della tua montagna,

gli abissi,

il tuo linguaggio

che in pochi potranno comprendere,

la Luce che fluisce dentro i tuoi occhi,

il tuo sangue che si riversa

dentro le acque dell’amore,

entra nel cerchio rosso,

benedetto da Dio,

bagnati figliolo,

poi le esondazioni,

poi i “cadaveri” di uomini andati,

e tu sarai

seduto sulla riva del fiume…

 

Osserverai verso il fiume,

l’acqua scura lentamente si allontanerà

sotto un Cielo colmo e stipato,

oppresso e appesantito,

si staccherà,

si separerà…

Il rancore che scorre,

filtra attraverso le acque,

si scioglie,

si fonde, 

il rancore che striscia.

 

E’

il fiume del perdono figliolo,

è la Grazia,

è la compassione,

è la remissione,

è la clemenza.

 

Troppi

fiumi ingrossati da lunghe piogge,

gonfiati,

appesantiti,

ingranditi,

la corrente che trascina,

il nero,

il profondo,

sarò spaventoso…

 

Cerca di raggiungere

l’altra sponda,

“arriva”,

spingiti,

tocca,

cogli,

conquista te stesso,

per essere una persona esclusiva,

scelta solo da te stesso, 

la peculiarità di un cuore anomalo,

per scendere giù,

in basso,

verso il fondo…

 

Stanotte avrai bisogno di nuovi sogni,

di tutta la bellezza

che c’è in te, 

il fiume è dentro di te,

alle sorgenti,

alle cascate,

ai traghetti,

alle rapide,

alle montagne,

nell’istante,

il lampo del batter di ciglia,

l’accenno di un sorriso,

una lacrima di Luce,

e poi il mare…

 

Imparerai dal fiume,

ascoltalo,

osservalo,

lui sa tutto,

imparerai dall’acqua,

tendere verso il basso,

cercare il profondo…

 

Imparerai

a pensare come un fiume,

per donare un giorno la tua bellezza. 

 

All’improvviso iniziò a piovere,

l’acqua del fiume

cambiò la sua direzione,

si gonfiò,

si scatenò una grande burrasca…

Il bambino cominciò a correre,

si mise a seguire il percorso dell’acqua

correndo sul bordo del fiume.

Era la strada giusta da intraprendere,

era la strada che conduceva al mare…

 

Poi iniziò a pensare:

“Il fiume è la mia corrente

ricoperta d’oro.”

 

Le fiabe

dicono ai bambini

che i draghi

possono essere sconfitti.

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6 Commenti

  1. un altro bello scritto, Luca.
    lento e inesorabile come un fiume, lungo il suo corso apre immagini che si scavalcano. ma alla fine porta al mare… “Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti”. Ciao

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