Di Luca Scutti

IL VELIERO DEI GABBIANI DI DIO

 

Hai gli occhi grandi 

e non sono belli,

anche le braccia

sono grandi,

sei gigantesca,

i tuoi passi sono

da sempre appassiti,

tutto intorno a te è inaridito,

i tuoi spostamenti

sono quelli di un ladro,

hai appena

rubato un’altra vita,

le tue impronte

sanguinano,

macchiano…

Hai sempre chiesto

di dormire accanto a te,

dormire piano,

dormire in silenzio,

senza svegliarsi più…

Penso

che è arrivato

il momento di parlare,

ancora una volta devo “toccare”,

ancora una volta devo “sentire”,

ancora una volta devo stare “appoggiato”,

ancora un’altra sosta…

Devo dirti tante cose,

tutte quelle tue situazioni

così ampie ed estese,

comprendi che sono parecchie?

 

Si sono troppe…

Sono molto affaticato,

sono  molto indebolito,

riesci a sfiancare,

a sfibrare,

ma sono soprattutto

stanco di vedere le persone

dormire

e non svegliarsi più,

chi sei tu per non farli ridestare,

chi sei tu per non farli muovere

ancora una volta,

sono

stanco di lenzuola

bianche macchiate dai nostri dolori,

iniziano ad essere insopportabili

queste “fitte lancinanti”, 

dalla sofferenza nasce il dispiacere,

il dispiacere ti presenta l’amarezza,

l’amarezza t’inchioda al muro dell’angoscia,

dimmi ora quanto pesa questa desolazione,

me lo devi dire…

Sono

stanco di osservare

volti devastati dal dolore,

è tutto così amplificato,

è la piena dell’anima,

è sempre stato così,

fin da quando ero un bambino…

 

Sono

stanco di sentire

l’odore del legno fresco di un feretro,

quell’esalazione ed emanazione

ora per me iniziano ad essere strazianti,

tutto così eccessivo e insostenibile,

invece “lì” dentro c’è il profumo della vita

pronta a volare verso il Cielo… 

 

Sono

stanco dei sensi di colpa,

gli sbagli,

le negligenze,

le mancanze,

sono crimini 

alla vita di tuo “fratello”,

e mai,

nemmeno una sola parola

di quando era in vita,

e dire che c’era tutto il tempo,

ora è giunta una nuova stagione,

un’altra “condizione climatica”,

ora quel tempo

ti ha rinchiuso dentro la desolazione…

Quanti sono,

i pentimenti,

i rimorsi,

la compunzione che mortifica,

quanto pesano,

li vedo sempre riversarsi

addosso a chi dorme in silenzio,

come un barattolo di vernice

appena aperto che cola inesorabilmente,

piano piano…

E non vanno più via. 

 

Aspetto domani,

insieme

al mio Santo Rosario,

non ho altre strade da percorrere…

Attendo, 

resto in attesa,

sono pronto,

devo prepararmi,

non posso rimandare.

Se desidero un cambiamento,

il rinnovamento di un’anima stanca

e perennemente in piena

come quelle nevi perenne,

scendono…

La “sua” evoluzione

protesa verso il Cielo,

e non aspetto

certo tutto questo da te,

da te nessuno

si è mai aspettato niente,

sei sempre andata via

per poi ritornare,

sempre la solita fretta,

e poi?

Dimmi…

Il nulla,

il vuoto.

 

Ora

le mie dita aspettano,

Santi Granelli…

 

I tuoi occhi grandi e così stanchi,

i tuoi occhi grandi e così assenti,

tu non mi ascolti,

continui a ripetermi:

“Bisogna dormire in silenzio,

bisogna dormire piano piano…”

 

(Il giorno dopo)

 

Eri sopra un veliero,

il suo colore

era di un bianco Celestiale,

accecante, 

l’acqua del mare era Angelica,

il Cielo era soprannaturale,

il sole era una luminaria,

l’illuminazione degli angeli…

 

Tante piccole imbarcazioni

accompagnavano il veliero,

non c’era nessuno,

solo fiaccole adagiate…

Sentivo addosso al mio corpo

tutta la sua forza,

il bianco Celestiale accecante,

mio Dio quanto vigore ho avvertito,

era un veliero dei gabbiani di Dio,

sentivo solo la tua voce:

“Devo partire,

si è fatto tardi,

la città Bianca è molto lontana,

scrivetemi,

appena potrò vi risponderò”.

 

 “Mah…

almeno per le Feste torna,

ci sono gli anniversari

e ricorrenze da festeggiare.

Non prendere troppo freddo,

cerca di mangiare…”

 

Lentamente

osservavo il veliero dei gabbiani di Dio

allontanarsi,

inizio ad urlare

ma nessuno poteva più sentirmi,

era sempre più lontano,

era sommerso dalle acque…

 

All’improvviso mi sveglio,

non sento più i battiti del mio cuore,

sento il mio “fiume” rosso,

è fermo…

Devo muovermi

immediatamente,

ho bisogno di “sciogliermi”,

ho bisogno di piangere…

 

Corro verso il mare,

mi tranquillizzo nel vederlo calmo,

le acque sono quiete,

dal sapore dolce, 

penso al veliero dei gabbiani di Dio…

 

“Massimo

non preoccuparti ora,

è soltanto una lacrima…”

 

Gli angeli conoscono

la giusta strada,

avrai sempre il Vento alle spalle,

avrai sempre il Sole

splendente sopra il tuo viso,

la pioggia cadrà leggera

sopra le tue mani,

scintille di Cielo,

starai sempre tra le braccia del Padre,

ora abiti in Lui…

 

Massimo Rubenni,

Ines Scutti,

Valerio Rubenni,

Marco Rubenni,

tutto questo ve lo dovevo.

Dio possa benedire le vostre vite.

 

C

I

A

O

M

A

X

 

 

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