Le ruote di una bicicletta disegnano un’asfalto bagnato, scivola ad una andatura sostenuta. E’ Giuseppe a guidarla,
la sua età segna ottantacinque volte. Un cappello gli ripara la testa, un paio di guanti avvolgono le sue mani,
un paio di cuffiette collegate ad un ipod sono gocce di note musicali che lentamente inondano la sua anima.
Musiche e parole sono di Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright, Nick Mason: “Pink Floyd”!
Tra un pò l’inverno sarà inghiottito, scomparirà, il mese è quello di aprile, tra un pò annuncerà una primavera
che tarda ad arrivare. Le lancette dell’orologio sono posizionate alle ore sei di un’alba che Giuseppe ogni mattina
attende insieme alla sua bicicletta. Un crocifisso dondola intorno al suo collo, un laccio di cuoio lo accudisce ormai da tempo.
L’ora legale rallenta l’alba, le sue prime luci, i suoi primi colori. Giuseppe sempre pedalando porta la sua mano destra
dentro una tasca, le sue dita cercano e trovano una sigaretta, poi la sua mano sinistra và alla ricerca dell’accendino.
Ora la sua sigaretta inizia a brillare, ad ogni attimo del suo ispirare, il suo viso si illumina ad intermittenza.
Quella brevissima luce rossa presenta all’alba le sue tante rughe, solchi di vita vissuta, tante mappe sopra il suo viso.
Anche il lobo del suo orecchino inizia ad illuminarsi come un faro immerso nel mare.
Ora una leggerissima pioggia inizia di nuovo a cadere, per Giuseppe è molto piacevole. Tante piccolissime gocce formano
una cornice d’argento, si depositano sopra la sua fronte, le avverte, le sente scivolare sopra il suo volto, giù…dentro la gola,
come linee sottili che tracciano ancora più giù…
“Hanno detto che sono nell’ultima fase della mia vita,
sono un uomo vecchio,
che ci fai di un bosco di vecchi alberi”.
Ecco l’alba in tutto il suo splendore, mentre la pioggia non più leggera inizia ad essere incessante come l’emozione di Giuseppe.
E’ sempre stato così, ad ogni alba bagnata non riesce mai a distinguere, a capire, lì…sopra il suo viso: “Goccia piovana o lacrima”?
Ma poi quando giungono lì…iniziano a scivolare giù, inizia ad assaporarle, riconosce subito il suo sapore della sua lacrima.
Tornato a casa inizia a preparare i suoi “dettagli”, una canna da pesca, un quaderno insieme all’inseparabile penna,
e il Santo Rosario.
Ore otto, continua a piovere, la stessa bicicletta delle ore sei continua a scivolare sopra l’asfalto dirigendosi verso il mare.
Giuseppe sorride alzando gli occhi verso il grigio delle nuvole sapendo che sopra di “loro” c’è la Luce…
Lega la bicicletta ad una steccionata di legno, ora un attento lucchetto l’avvolge, mentre i suoi “dettagli” custoditi dentro
uno zaino sono pronti a colorare la sua giornata.
Sono trascorse diverse ore da quando Giuseppe ha iniziato a stare seduto sopra la riva del mare, la pioggia non lo ha
mai abbandonato, sempre leggera. I suoi pensieri sono leggeri, leggera è la sua canna da pesca, leggera è la sua penna,
eterna “amica” che mai tradisce, leggero come il suo Santo Rosario, “lui” tanto devoto a Maria.
E’ seduto con le gambe incrociate, la penna tra le mani e un quaderno sopra le sue gambe, non sposta lo sguardo
verso l’orizzonte, i suoi pensieri sono bollenti come l’inchiostro della sua penna, ora si riversano nel mare:
“Questo Cielo piange, va asciugato con le preghiere”.
“Le vecchie storie hanno un origine lontana nel tempo,
durano da molto tempo,
le vecchie storie non potrai mai dimenticarle,
come quelle vecchie vigne ricche di frutti,
piantate da più di trent’anni…
Il vecchio lupo di mare,
la vecchia volpe,
appartengono ad altri tempi,
appartengono ad epoche che mai riuscirete a vivere,
vecchio stile…
Si d’accordo, il mio volto è vecchio,
ma ho il cuore giovane.
Amo la mia vecchiaia,
ho le tasche piene di alternative,
ho le tasche piene di dettagli,
sono nato giovane,
morirò giovane,
ci sono persone che nascono già vecchie…
Non ho più tempo per il mio corpo,
faccia quello che vuole,
io sono la mente,
io sono anima,
si sto invecchiando,
è una strada negata a molti.
Quando un vecchio muore
è il pensiero che brucia sotto il sole,
è uno sguardo che brucia sotto la luna.
Vivo al rallentatore,
ora inizio a sentire il sapore della vita,
è tutto più evidente,
la sapienza ogni mattina mi prende tra le sue braccia,
saper invecchiare è un quadro dipinto dalla sapienza,
è un affresco vivo,
è un affresco Divino,
l’arte del saper vivere,
affanculo tutti i rimpianti,
mi inietto dentro le vene tutti i sogni di questo mondo,
irreparabile?
Incurabile?
Irrecuperabile?
Insostenibile?
Irreversibile?
affanculo tutto,
mi inietto dentro le vene tutti i sogni di questo mondo,
fino a quando cercherò,
fino a quando troverò,
fino a quando “arriverò” al cuore delle persone
non sarò mai vecchio,
mi basta “poco”,
a me basta “poco”…
Quando smetterò di ridere con l’anima
allora si, quel giorno sarò vecchio,
Non diventerò mai vecchio,
sono un granello di sabbia del mio mare,
sono l’asfalto bollente del mese di agosto,
sono l’asfalto gelato del mese di dicembre,
sono una minestra calda di una giornata invernale,
sono il ghiacciolo che ti gela la gola di una giornata estiva,
sono la ruga profonda dove puoi leggere la mia vita,
se osservi bene è la più bella scrittura del mondo,
le rughe sono adorabili,
la vecchiaia mi aiuterà un giorno a morire da vivo.
I VOLTI DEI VECCHI SONO LE VERE MAPPE DI QUESTO MONDO!
I GIOVANI
CAMMINERANNO SEMPRE
PIU’ VELOCI DEI VECCHI,
MA QUESTI VECCHI
CONOSCONO LA STRADA”!
“Se si tratta così
il legno verde,
che avverrà
del legno secco”?
Luca 22,31
Anche questo si accoda agli altri pezzi per la sua bellezza e profondità di pensiero. Bello frate’. Un bacione. Ines
Grazie di cuore sorella preziosa.