Di Luca Scutti

LA MIA ROSA D’INVERNO

 

Gli scarponi di un vecchio

affondano dentro il manto nevoso,

si immergono,

scompaiono,

vengono inghiottiti,

diventano due “naufraghi”.

L’estate è volata via,

l’inverno continua

“camminare” lentamente,

pigramente,

non c’è fretta.

 

L’aria è pungente,

è tutto così “acuto”,

è tutto così penetrante,

è tutto così intenso…

I suoi occhi

sono di color grigio

di nuvole terse,

nuvole pulite,

nuvole lucenti,

nuvole racchiuse

sotto un Cielo cristallizzato.

I suoi occhi

sono “coperti”,

i suoi occhi

osservano le impronte

lasciate dai suoi scarponi

sopra la neve:

“Vecchio cosa cerchi

dentro quella “spaccatura”,

vecchio cosa cerchi

dentro quei “graffi”,

vecchio cosa cerchi

dentro quelle tracce,

vecchio cosa cerchi

sopra il “cuore” della neve…” 

 

Ogni tanto arresta il suo cammino,

s’inginocchia,

si piega lentamente,

sente il “suo” odore,

l’odore della  “sua” rosa.

Un paio di guanti ricoprono le sue mani,

riescono a “rivestirle”,

le “riempiono”, 

cercano dentro quell’immensità innevata,

la vastità di quell’odore,

la vastità del “suo” odore,

l’infinito dei “suoi” petali,

il dolore delle sue spine.

Ora le “sue” mani iniziano a scavare,

ora le “sue” mani “sentono”…

 

Scende la notte,

le stelle sono più accese,

ora c’è più Luce,

è una Luce rovente,

è un panorama appassionato,

è una neve con “l’ardente” vivo,

sono fuochi di Luce sopra il Cielo,

è la celebrazione della Luce,

è una lode di ringraziamento,

è la sublimazione verso la Luminosità,

è l’ascesa del “suo” chiarore,

è la passione per i “suoi” bagliori,

i petali di una rosa rossa.

“suoi” albori,

il riverbero dell’amore,

il riverbero del “suo” amore,

l’amore per la “sua” rosa,

la cerca con la “sua lucerna”,

la Lucentezza della sua anima.

La luna diventa sempre più bella,

sembra una fata,

danza sopra il Cielo,

è sempre più innamorata del Cielo,

è la diva incontrastata…

 

Con il passare delle ore

diventa sempre più piena.

Poi…

ecco l’espressione del Cielo,

scendono “lacrime”,

sono gocce di rugiada,

è la rugiada della rosa.

E’ ancora viva,

è il messaggio del Cielo,

si la “sua” rosa

è ancora viva…

 

“Ho sempre amato l’inverno,

lo amo perchè è vero,

è il tempo sicuro,

è sempre stato credibile,

attendibile e preciso come un orologio,

la sua schiettezza e purezza

non mi hanno mai abbandonato.

Lo amo perchè “cammina” lento,

è una camminata “sfumata”,

a volte nemmeno lo sento,

non fa il minimo rumore,

c’è poca confusione,

si sentono pochi bisbigli,

per questo riesco a sentire

tutti i brusii del mio cuore,

i “suoi” fruscii,

il “suo” sgocciolio,

sono fremiti di cuore…

 

L’inverno mi ha sempre protetto, 

riesce sempre a “stringermi”,

riesce sempre a confortarmi il cuore.

L’inverno è il tempo della casa,

l’inverno è il camino sempre acceso,

l’inverno è una tazza di caffè bollente,

mentre l’estate si…

è divertente,

mentre l’estate non è più credibile,

mentre l’estate non mi protegge,

mentre l’estate non riesce a confortare

il mio cuore,

mentre l’estate non ha una propria dimora,

mentre il sole si…

è sempre di corsa.

 

I lampioni più luminosi

li ho visti solo in inverno, 

il Cielo è sempre senza “macchie”,

è tutto così trasparente,

il mio volto volto diventa

“vetro di cristallo”…

E’ tutto così educato,

è tutto così “ristretto”,

è tutto così “lungo”,

è tutto così più tranquillo,

il freddo,

la neve,

il gelo:

è la cristallizzazione del sole,

è la cristallizzazione della luna,

è la cristallizzazione della mia rosa…

L’inverno

li

raccoglie

sempre.

Racchiusa dentro l’inverno,

l’estate sembra un “povero” moribondo,

incontro spesso volti di cera,

incontro spesso “teschi di neve” che camminano,

non riescono a capire dove sia finito il “loro” confine,

cos’è l’estremità?

Vagano,

non comprendono che l’anima

ha avuto sempre bisogno dei “suoi” frutti,

sono i segreti nascosti dell’inverno.

Le spine della mia rosa riposano sotto la neve,

i petali della mia rosa sognano sotto la neve…

Quella sera

il freddo era troppo intenso

per la mia rosa,

si sarebbe “congelata”…

L’inverno

ha così raccolto

questo mio amore,

l’ha nascosta,

è riuscito a consolare

le “sue” spine,

è riuscito a consolare

i “suoi” petali.”

Si addormentò sopra il manto nevoso,

mentre la neve continuava a scendere,

dentro quell’amore “rallentato”…

 

“Stanotte

ho sentito il rumore

dei “suoi” petali,

proveniva da sotto,

“lastre e lenti”

di neve…”

 

Scenderà

altra

neve

su

altre

rose

nella

stagione

dell’inverno. 

 

 

 

 

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