Di Luca Scutti

TU NON SEI COME “QUELLI”

Hanno abbandonato la coscienza,

nessun sentimento,

nessuna bontà,

nessuna carità,

nessuna pietà,

nessuna compassione,

nessun coraggio,

nessuna essenza.

 

Non li hanno mai visti legarsi

alla steccionata del cuore,

tu non sei come “quelli.”

 

Non li hanno mai visti fermarsi,

sempre in movimento,

sempre staccati,

sempre slegati,

al primo sole li hanno visti sciogliersi…

Tu non sei come “quelli.”

 

Mai nessuna sosta,

eppure c’era il cartello della fermata,

eppure c’era una sospensione, 

eppure non si sono fermati,

hanno ripreso,

eppure stava passando l’inavvertibile,

così leggerissimo,

così lievissimo, 

eppure stava passando il minuscolo,

Dio

ma quanto era piccolo.

 

Mai nessuna sosta,

eppure stava passando l’immateriale,

non hanno mai sentito 

addosso alla loro pelle

la pioggia che scendeva dal Cielo,

non hanno mai sentito

l’odore dell’asfalto bagnato,

non hanno mai sentito l’odore del “caffè” 

dentro le prime luci del giorno,

l’astratto,

l’irreale, 

eppure è tutto così visibile al cuore…

 

Eppure non ti senti un uomo sconfitto,

nessuna fuga,

nessun cambiamento di rotta,

la “puntata” dell’anima:

“Ti

vedo”.

La sua parte,

i suoi numeri,

i suoi brani,

i suoi fascicoli,

eppure non ti senti un uomo annientato,

l’anima magnifica esalta l’uomo…

 

Quante soste davanti a tutto

mio Dio,

eppure sei riuscito a rubare i colori al tramonto,

hai “rapinato” il Cielo,

tutte le sue colorazioni,

tutte le sue tinte,

tutti i suoi toni,

tutte le sue gradazioni,

l’espressione del sole

sopra le pareti della tua stanza…

 

Eppure sei riuscito a rubare

la polvere alla luna,

i suoi frammenti,

come “semi”

sopra il tuo volto incavato dalle stelle,

nessun parziale,

niente è incompleto,

niente è limitato,

niente è nessuno,

niente non è in parte,

tu non sei come “quelli”…

NIENTE

E’

NIENTE!

 

Il silenzio li ha fregati,

l’assenza dei rumori,

la silenziosità,

la pace,

la quiete,

il riposo,

il “mutismo”,

la segretezza del cuore,

l’interruzione della parola

da comprendere,

l’interruzione della parola

da ascoltare,

l’incapacità di capire,

l’incapacità di assimilare

mentre

un respiro resta nella gola,

mentre un uomo “muore…”

 

L’incapacità di non percepire il silenzio,

non poterlo mai afferrare,

sorprenderlo,

cogliere di notte

l’angelo dietro alla porta

mentre prega per te,

mentre piange per te,

cosa mai gli racconterebbero…

C o s a ?

 

A te il silenzio ti ha penetrato, 

è entrato senza bussare,

è entrato senza chiedere permesso,

ti ha spinto buttandoti per terra,

ha attraversato

le tue coronarie rosse di sangue,

ha bucato la tua vita,

a volte ti ha schiacciato, 

a volte ti ha ferito,

da parte tua non ha trovato

nessuna resistenza,

gli hai dato amorevolezza,

gli hai dato il suo spazio.

 

A te il silenzio ti ha perdonato, 

quante volte ti sarai scusato,

a te il silenzio non ti ha dimenticato,

non ti ha mai ignorato,

a te il silenzio ti ha tormentato,

a te il silenzio non ti ha risparmiato,

non ti ha mai messo da parte,

ha voluto salvarti,

a te il silenzio ti ha sentito,

il silenzio si è accorto di te,

il silenzio ti ha voluto conoscere,

il silenzio ha voluto sapere di te,

ha chiesto di te al Cielo,

ha avuto tue notizie,

ora è più consapevole,

conosce il tuo nascondiglio,

conosce il tuo conforto,

conosce la tua consolazione,

conosce il tuo sollievo,

anche a te il silenzio

ti ha fregato:

Ma

non

ti

ha

ingannato!

 

Hai sempre parlato con il silenzio,

hai iniziato a pronunciare il suo nome,

hai iniziato a svelargli i tuoi segreti,

il tuo mistero,

il tuo profondo,

l’arcano,

gli hai chiesto

di prendersi cura “dell’oceano”,

l’ignoto,

il clandestino,

ti sei confessato in silenzio,

hai svelato la tua faccia di notte alla luna,

come un folle,

come uno squilibrato, 

hai inventato la tua grammatica

quando non c’era più niente da dire,

quando non c’era più niente da fare,

la sintassi dell’anima quando era in piena,

la scorrettezza dei battiti del tuo cuore,

da impazzire…

 

Accanto a te

c’era il silenzio legittimo,

accanto a te

c’era il silenzio vero,

era puro,

era profondo,

accanto a te

c’era il silenzio credibile…

Ciò che esce dall’uomo

è quello che rende

impuro l’uomo.

(Mc 7, 14 – 23)

 

Tu non sei come “quelli”,

tu non hai la loro fisiologia,

tu non ridi per finta,

tu non ridi

come una vera e propria simulazione,

il sorriso dentro l’inganno,

il sorriso di una bugia,

il sorriso dell’illusione,

il sorriso nell’invenzione.

 

Il tuo cuore

ti ha fregato chissà quante volte,

ricordi dove lo appoggiavi?

Ricordi quante volte lo smarrivi,

ricordi quante volte lo svestivi?

Dentro quelle “carrozze” era scoperto,

faceva molto freddo…

Se ne andava in giro da solo,

creando sempre molta confusione,

si è fatto sempre riconoscere,

tu non sei come “quelli”…

 

Ti ha sempre fregato,

e continua a fregarti la tua balbuzia,

il tuo essere balbuziente,

ancora ti viene a trovare,

che cosa fantastica!

Tu non sei come “quelli”:

Trattieniti,

fermati,

e trovati sempre…

N e l  c u o r e.

 

Ogni notte

partiva una nave

nel silenzio,

e anche la sua vita…

 

Senza più confini,

e piangeva

sempre,

ancora come un bambino,

senza nessun padrone.

 

Il suo tramonto da poeta,

le sue stelle da poeta,

senza più nessun limite,

senza più nessuna frontiera,

senza più nessuna pietra,

senza più nessuna barriera:

Tutte le luci

della sua casa

si spensero…

 

Videro

una nave allontanarsi:

“Sarete delusi

dalle vostre vite,

per non aver fatto

quello che potevate

e dovevate fare,

senza aver onorato la vita…”

 

Ormai la nave

aveva lasciato

quel porto così sicuro…

“S o g n a t e,

e s p l o r a t e  l ‘ i n t e r n o,

s c o p r i t e,

s c o p r i t e v i.

(soprattutto nel silenzio)

 

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