Di Luca Scutti

“SUONA PIANISTA SUONA NON SMETTERE…”

 

Le nostre vite,

come i tasti di un pianoforte,

il bianco,

il nero,

la felicità e la tristezza.

Il tasto nero

rappresenta la tristezza,

è il tasto più scuro,

è il tasto più buio,

è il tasto più furioso,

è il tasto più avverso,

è il tasto più malinconico,

ma è sempre una parte

della nostra vita.

Il tasto bianco

rappresenta la felicità,

è il tasto più chiaro,

è il tasto più candido,

è il tasto della “via del Cielo”, 

è il tasto più immacolato,

è il tasto più puro,

ma è sempre una parte

della nostra nostra vita,

ora ti posso chiedere una cosa?

“Suona pianista suona

non smettere…”

Oh pianista,

hai sempre avuto “una testa”,

la tua intelligenza,

le tue riflessioni,

hai sempre avuto un cuore,

il tuo animo,

la tua coscienza,

c’è sempre più bisogno

di te pianista,

perchè smettere proprio ora?

“Suona pianista suona

non smettere…”

Quanti tasti ha un pianoforte?

Quanti sono?

88,

sono 88 tasti.

Per un pianista

non finiranno mai…

“Quelle” dita quando

porteranno tutto a compimento?

Oh pianista,

diventano tasti infiniti,

diventano tasti interminabili,

diventano “nevi” perenne,

diventano immortali,

diventano cosmo,

diventano creato di eternità assoluta,

non hanno un principio,

non hanno una fine…

 

Oh pianista,

il “tuo” cuore è infinito,

il “tuo” cuore riesce sempre

“sfumarli”, 

tasti che s’intensificano,

accrescono,

crescono,

tutto “questo”

attraverso la tenerezza delle tue dita,

quanta amorevolezza hanno le tue dita…

 

Il “tuo” cuore riesce sempre

“colorarli”,

è come un “pittore”,

riesce sempre a “tingerli”,

riesce sempre a farli “arrossire”,

riesce sempre ad “abbellirli”,

tutto questo attraverso il “sottile”…

Senza

un cuore

non

potrai

mai

vedere

il

“sottile”.

Il legno “sottile” di un tasto,

il metallo “sottile” che vibra,

un cuore “sottile” infinito,

è un viaggio continuo,

è un viaggio inarrestabile,

è un viaggio di comunicazione,

è l’esplorazione dell’anima,

è la missione di chi è stato scelto…

La tristezza e la felicità,

il nero e il bianco,

i demoni e Dio,

migliaia di gradazioni…

“Suona pianista suona

non smettere…”

Oh pianista,

ti ho visto accarezzare

i tasti del pianoforte

“come quell’angelo”,

dentro il buio della notte

accarezzava il Cielo,

lo vedevo volteggiare…

Avete lo stesso cuore,

avete lo stesso sentimento,

avete la stessa bontà,

avete lo stesso amore,

avete le stesse dita,

avete la stessa danza…

“Suona pianista suona

non smettere…”

Nella vita

abbiamo bisogno

sempre più

di cuori che battono,

nella vita

abbiamo bisogno

sempre più

di cuori che pronunciano,

marcano il nome “dell’altro”,

nella vita

abbiamo bisogno

sempre più

di dita che accarezzano “l’altro”,

sentire,

stare appoggiato

uno addosso “all’altro”,

attraversare,

percorrere “l’altro”,

bucare la vita “dell’altro”,

oltrepassare “l’altro…”

 

Non sarai

“mai” un musicista.

Una sera mi hai detto:

Essere un pianista

non potrà mai essere

una professione,

essere un pianista

è una filosofia,

è la norma di vita,

è la saggezza del mio cuore,

essere un pianista

è uno stile di vita,

è la mia forma,

è la mia espressione verso il mondo,

sono le mie dita,

è il mio linguaggio,

è il mio “costume”,

è il mio “taglio”,

essere un pianista

è una “concezione surreale”,

è il mio inconscio,

è fuori dal mio controllo

da sempre,

tutti i miei pensieri,

tutte le mie emozioni,

tutti i miei istinti,

mentre le mie dita impazziscono

sopra i tasti del pianoforte…

Io di tutto “questo” 

non sono mai stato consapevole.

Essere un pianista

è avere un’anima sempre in “piena”,

colma,

traboccante di Cielo,

costellata dagli angeli

stipati sopra le “sue pareti”,

essere un pianista

è sentirsi addosso il proprio Spirito

mentre respira,

il “suo” alito,

il “suo” soffio,

la “sua” ombra,

essere un pianista

è la sublimazione della vita,

il suono di un tasto del pianoforte,

è un messaggio

che ha sempre racchiuso

un “codice” cifrato per il mio cuore…

Essere un pianista

è avere sempre un vestito da sera

pronto da indossare,

essere un pianista

e sedermi sempre davanti

ai “tasti” del mio cuore,

essere un pianista

e sapere che Dio mi ascolta

ogni sera,

si sono un pianista poeta…

Quella

notte

lo trovai addormentato,

la sua testa

era appoggiata

sopra i tasti del pianoforte.

La finestra

della stanza era aperta,

l’ala nera

del pianoforte

era rivolta verso il Cielo.

Quella

notte

capii…

 

Era

un

angelo

caduto

dal

Cielo…

 

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