Le nostre vite,
come i tasti di un pianoforte,
il bianco,
il nero,
la felicità e la tristezza.
Il tasto nero
rappresenta la tristezza,
è il tasto più scuro,
è il tasto più buio,
è il tasto più furioso,
è il tasto più avverso,
è il tasto più malinconico,
ma è sempre una parte
della nostra vita.
Il tasto bianco
rappresenta la felicità,
è il tasto più chiaro,
è il tasto più candido,
è il tasto della “via del Cielo”,
è il tasto più immacolato,
è il tasto più puro,
ma è sempre una parte
della nostra nostra vita,
ora ti posso chiedere una cosa?
“Suona pianista suona
non smettere…”
Oh pianista,
hai sempre avuto “una testa”,
la tua intelligenza,
le tue riflessioni,
hai sempre avuto un cuore,
il tuo animo,
la tua coscienza,
c’è sempre più bisogno
di te pianista,
perchè smettere proprio ora?
“Suona pianista suona
non smettere…”
Quanti tasti ha un pianoforte?
Quanti sono?
88,
sono 88 tasti.
Per un pianista
non finiranno mai…
“Quelle” dita quando
porteranno tutto a compimento?
Oh pianista,
diventano tasti infiniti,
diventano tasti interminabili,
diventano “nevi” perenne,
diventano immortali,
diventano cosmo,
diventano creato di eternità assoluta,
non hanno un principio,
non hanno una fine…
Oh pianista,
il “tuo” cuore è infinito,
il “tuo” cuore riesce sempre
a “sfumarli”,
tasti che s’intensificano,
accrescono,
crescono,
tutto “questo”
attraverso la tenerezza delle tue dita,
quanta amorevolezza hanno le tue dita…
Il “tuo” cuore riesce sempre
a “colorarli”,
è come un “pittore”,
riesce sempre a “tingerli”,
riesce sempre a farli “arrossire”,
riesce sempre ad “abbellirli”,
tutto questo attraverso il “sottile”…
Senza
un cuore
non
potrai
mai
vedere
il
“sottile”.
Il legno “sottile” di un tasto,
il metallo “sottile” che vibra,
un cuore “sottile” infinito,
è un viaggio continuo,
è un viaggio inarrestabile,
è un viaggio di comunicazione,
è l’esplorazione dell’anima,
è la missione di chi è stato scelto…
La tristezza e la felicità,
il nero e il bianco,
i demoni e Dio,
migliaia di gradazioni…
“Suona pianista suona
non smettere…”
Oh pianista,
ti ho visto accarezzare
i tasti del pianoforte
“come quell’angelo”,
dentro il buio della notte
accarezzava il Cielo,
lo vedevo volteggiare…
Avete lo stesso cuore,
avete lo stesso sentimento,
avete la stessa bontà,
avete lo stesso amore,
avete le stesse dita,
avete la stessa danza…
“Suona pianista suona
non smettere…”
Nella vita
abbiamo bisogno
sempre più
di cuori che battono,
nella vita
abbiamo bisogno
sempre più
di cuori che pronunciano,
marcano il nome “dell’altro”,
nella vita
abbiamo bisogno
sempre più
di dita che accarezzano “l’altro”,
sentire,
stare appoggiato
uno addosso “all’altro”,
attraversare,
percorrere “l’altro”,
bucare la vita “dell’altro”,
oltrepassare “l’altro…”
Non sarai
“mai” un musicista.
Una sera mi hai detto:
“Essere un pianista
non potrà mai essere
una professione,
essere un pianista
è una filosofia,
è la norma di vita,
è la saggezza del mio cuore,
essere un pianista
è uno stile di vita,
è la mia forma,
è la mia espressione verso il mondo,
sono le mie dita,
è il mio linguaggio,
è il mio “costume”,
è il mio “taglio”,
essere un pianista
è una “concezione surreale”,
è il mio inconscio,
è fuori dal mio controllo
da sempre,
tutti i miei pensieri,
tutte le mie emozioni,
tutti i miei istinti,
mentre le mie dita impazziscono
sopra i tasti del pianoforte…
Io di tutto “questo”
non sono mai stato consapevole.
Essere un pianista
è avere un’anima sempre in “piena”,
colma,
traboccante di Cielo,
costellata dagli angeli
stipati sopra le “sue pareti”,
essere un pianista
è sentirsi addosso il proprio Spirito
mentre respira,
il “suo” alito,
il “suo” soffio,
la “sua” ombra,
essere un pianista
è la sublimazione della vita,
il suono di un tasto del pianoforte,
è un messaggio
che ha sempre racchiuso
un “codice” cifrato per il mio cuore…
Essere un pianista
è avere sempre un vestito da sera
pronto da indossare,
essere un pianista
e sedermi sempre davanti
ai “tasti” del mio cuore,
essere un pianista
e sapere che Dio mi ascolta
ogni sera,
si sono un pianista poeta…
Quella
notte
lo trovai addormentato,
la sua testa
era appoggiata
sopra i tasti del pianoforte.
La finestra
della stanza era aperta,
l’ala nera
del pianoforte
era rivolta verso il Cielo.
Quella
notte
capii…
Era
un
angelo
caduto
dal
Cielo…
❤❤❤
Bello mio 🙂