Di Luca Scutti

SENTO…

 

C’è un uomo che cammina

dall’altra parte della strada,

inghiottito dal frammento.

E’ il suo spicchio,

è il suo brandello di vita,

è il segmento 

addosso al suo cuore,

è la luna sull’acqua…

Lo hanno visto camminare

con le mani dentro le tasche,

i suoi scomparti di vita:

Sento…

Sento i segni dentro le mie tasche,

quante impronte,

quante orme,

quanti graffi. 

Sento…

Sono sfregi,

sono tagli,

sono lesioni.

Sento…

Sono tracce che mi conducono lontano,

staccato,

diverso,

diviso,

assente,

un dipinto “difforme” sull’acqua…

Sento…

Scie di macchie Celesti,

strisce di ali,

la trama degli angeli,

gli appunti di mio padre,

un promemoria al centro del mio cuore.

Sento…

Sono ricordi indelebili,

incancellabili,

ineliminabili.

Sento…

Sono cicatrici,

sto ricordando.

Sento…

No,

Non è la mia immaginazione,

nessuna fantasia,

nessuna utopia,

nessun castello da costruire.

Sento…

E’ lo spirito dell’anima,

è immateriale,

soffia,

sta respirando,

sta imperversando. 

Sento…

E’ la riflessione,

è la meditazione

mentre cerco un riparo,

c’è molto vento,

ho il fiato corto,

la brezza brucia il mio volto,

granelli di cenere

si alzano verso il Cielo,

raffiche di corrente gelida.

Sento…

E’ il disegno del Cielo,

ha fissato il mio tempo,

lo ha definito,

lo ha scelto,

lo ha determinato.

Sento…

Mio Dio quanto doni custoditi quaggiù,

la Grazia del Cielo,

privilegio Divino.

Sento…

C’è anche la mia preoccupazione,

c’è anche la mia angoscia,

c’è anche il mio affanno,

ci sono anche i miei tormenti,

c’è anche la mia inquietudine.

Sento…

Troppi pensieri imbevuti

dentro un inchiostro sempre più bollente,

da un cuore impregnato, 

da un cuore intriso,

è colmo…

Ora è caldo,

anzi è caldissimo.,

le mie mani sono bollenti.

Sento…

Tutta la rabbia del mondo.

Sento…

Frecce scagliate dai vigliacchi,

i paurosi,

i vili,

i codardi.

Sento…

E’ la collera.

Sento…

E’ l’ira.

Sento…

E’ la mia coscienza,

è la consapevolezza

di quello che sono,

e non apparire in maniera diversa,

è il mio mondo interiore,

è la comprensione verso i più “deboli”,

i debilitati,

i delicati,

i vuoti, 

è la mia interiorità.

Sento…

Ora ho un tumulto al petto,

quanto rumore per nulla,

quanta confusione per nulla. 

Sento…

E’ una lavanda di sensibilità,

è una purificazione emotiva,

sono troppo “esile”.

Sento…

E’ la compassione,

è l’indulgenza della pietà.

Sento…

è la carità,

è l’amore.

Sento…

E’ il mio cuore,

è il mio coraggio,

è la mia essenza,

è la mia sostanza di vita.

Sento…

Le gocce di un  pianto,

la morte di un padre,

la morte di un figlio,

è il mio singhiozzo,

sono i miei lutti,

sono i miei lamenti,

sono i miei sfoghi,

sono le mie delusioni,

sono i miei disastri.

Sento…

E’ il dolore che bussa

insieme ai dispiaceri.

Sento…

Quanta disperazione c’è.

Sento…

Le stille, 

sono come le stelle,

le mie attrici,

le mie dive,

piangono protese verso il  Cielo,

sto gocciolando insieme a “Lui”,

sono perso.

Sento…

Ora le mie mani

sono diventate piccole piccole,

assomigliano

a quelle di un povero misero bambino,

le sue ginocchia sono sbucciate,

si volta indietro…

Sento…

Sono i “sorsi” dei mie occhi,

hanno appena smesso di piangere,

un sorso dopo l’altro,

lentamente,

un pò alla volta,

centellinare,

goccia su goccia.

Sento…

Chi non ha saputo sfogliare i miei occhi,

non ti sei voltato,

non ti ho visto “scendere”.

Sento…

I miei occhi continuano a scivolare,

non cadono,

non perdono l’equilibrio,

corrono via,

mi trascinano fuori

con molta fatica.

Sento…

Chi non è mai riuscito a sprofondare

dentro una mia vocale,

dentro una mia consonante,

oh,

eccome se ti sento,

oh,

eccome se mi senti.

Sento…

Chi ancora non comprende gli occhi,

chi ancora non riesce ad abbracciarli,

chi ancora non riesce a coglierli,

afferrarli e specchiarsi,

e poi riflettere…

Sento…

I miei occhi continuano a penetrare,

ad attraversare,

a ricordare,

a rivivere,

a richiamare.

Sento…

Ho preso altri treni.

Sento…

Hai preso altri “convogli”.

Sento…

“Finestrino”

di un treno scorre veloce

davanti ai miei occhi,

diversi stili di vita,

quante “espressioni”,

linguaggi diversi,

“distinzione”,

c’è ancora troppa discriminazione.

Stazioni diverse,

stazioni fredde,

per molti soste obbligate.

Sento…

Tutti gli abbracci donati ai diavoli,

troppi maligni,

troppi demoni,

troppi malvagi.

Sento…

tutti i caffè offerti,

diversi senza zucchero,

è stata una mia scelta:

“Amari”.

Sento…

Il tempo dei brindisi

e degli inchini è terminato,

si è concluso,

è cessato:

Era una triste serata di ottobre,

avvertivo un freddo orribile:

“Terapia intensiva”.

E’

stata

Benedetta

dal

Cielo.

 

Penso…

A chi ancora continua a leggermi,

ancora non ha smesso. 

Siete la mia gioia.

Sento…

gorgheggiare.

Sento…

stornellare.

Sento…

soffiarmi addosso le mie parole,

le mie “chiacchiere”,

la mia balbuzia.

Sento…

le vostre voci narrare la mia vita,

le mie parole,

anche quelle più tristi:

Il cuore è eccezionale, 

p e n s a  c o l  c u o r e, 

il cuore è incredibile, 

p e n s a   c o l  c u o r e,

il cuore è stupefacente, 

p e n s a  c o l  c u o r e,

il cuore è sbalorditivo, 

p e n s a  c o l  c u o r e,

il cuore è fantastico, 

p e n s a  c o l  c u o r e,

il cuore è spaventato, 

p e n s a  c o l  c u o r e,

il cuore è terribile, 

p e n s a  c o l  c u o r e,

il cuore è tremendo,

p e n s a  c o l  c u o r e,

il cuore è impressionante, 

p e n s a  c o l  c u o r e.

 

 

Il mio cuore batte ancora,

per questo la mia vita è meravigliosa accanto a te“.

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