Non sara’ mai un giorno qualsiasi,
uno dei tanti,
8 dicembre 1934,
Roccascalegna piccolo paese dell’abruzzo,
in provincia di Chieti.
La fatica,
l’intensità,
il dolore,
allungano ancora di più questo giorno,
accompagnato dalla tanta pioggia
che cade ininterrottamente,
insieme ai tanti fiocchi di neve.
Un bambino di nome Giuseppe Scutti,
nato il 9 novembre 1928 a Roccascalegna,
è seduto sopra il davanzale di una finestra,
osserva al di là del vetro,
anche per lui seppur in tenera età,
è già arrivata la “stagione delle nevi”,
diverranno dentro la sua vita “nevi eterne”,
“perenni”,
quelle che essendo cadute dal Cielo
non si scioglieranno mai.
E’ ancora seduto sopra il davanzale della finestra,
quel davanzale col passare delle ore
sta diventando il suo riparo,
la sua nicchia,
la sua difesa,
è come stare rannicchiato sotto una roccia,
mentre fuori
la tempesta di vento e neve si scatenano,
infuriano…
Ora nella sua vita
c’è una grande quantità di dolore,
si abbatte con violenza e fragore,
sua madre Ines Tartaglia
è appena volata in Cielo,
un immenso dolore è riuscito a trasportarla “lì”…
Si possono chiudere gli occhi
dentro un sonno eterno
anche per un forte dolore.
Sua figlia Lina Scutti
a causa di una caduta rovinosa
ebbe problemi all’occhio destro,
non ci fu nulla da fare,
lo perse,
il tanto dispiacere
portò conseguenze devastanti ad Ines,
sopraggiunse la malattia chiamata setticemia.
Intanto Giuseppe
continua sempre ad osservare al di là del vetro,
esamina con attenzione il momento,
una “lama” arroventata l’attraversa,
è “ferito”,
inizia a fare delle considerazioni ,
rileva e “diventa”,
mentre la sua
anima è ricolma di paura,
c’è la “piena”…
La sua anima non è illuminata,
è come una selva oscura,
è la notte scura,
è un colore molto carico,
cupo,
vive dentro Giuseppe,
ed alla tenera età di soli sei anni,
già l’avverte,
la sente…
Giuseppe
non immagina minimamente
l’incontro che cambierà radicalmente la sua vita.
Un incontro luminoso e Glorioso,
Lei Corpo Luminoso e fonte primaria di Luce.
E’ ricolma di Luce,
il Suo Cielo è Luminoso.
La Gloria di Colei che tutto muove,
sopra la Sua Testa un’Aureola di Gloria.
I Misteri Gloriosi,
i cinque Misteri del Santo Rosario
esaltano la Gloria della Vergine.
Sei senza una macchia,
Sei sempre e sarai Immacolata,
Immacolata Concezione,
avvolta dal Tuo Dogma Celestiale
Giuseppe
è sempre seduto
sopra il davanzale della finestra,
la neve continua
a scendere ininterrottamente,
anche le sue lacrime
iniziano lo stesso percorso della neve,
scendono copiosamente,
lui così piccolo
non riesce più a distinguere
l’attimo di vita che vive…
Si porta le mani sul viso,
si asciuga le tante
stille
per poi accorgersi
che il vetro della finestra
è completamente appannato,
si è formata una grande patina bianca.
Solo dopo aver osservato la patina bianca
capisce che il calore
delle sue lacrime
dopo aver “sposato” il suo respiro,
gli consegnano un “foglio” bianco
da riempire,
sembra vernice fresca
appena stesa.
La tanta condensa
per il freddo
non può produrre un simile effetto,
ma unito al respiro
ed alle lacrime si…
E allora Giuseppe
con occhi socchiusi da lacrime da “lago”,
con l’indice della sua mano destra scrive:
“Ave Maria tu sei piena di grazia”.
Quella velatura,
quell’alterazione
sopra il vetro inizia a cambiargli la vita,
il Cielo
inizia ad imprimere
sulla superficie della sua anima,
piano piano…
A goccia
a goccia
puoi incavare una pietra.
Ho sempre pensato
che lo Spirito Santo
lo abbia “rivestito”
fin dall’età di sei anni,
altre spiegazioni non riesco a trovarle,
impossibile!
Quell’8 dicembre
il Cielo lo ha “rivestito”,
come quando dopo un bagno
si rivestono i bambini,
dopo tutta quell’acqua,
la tanta neve,
le tante lacrime…
Giuseppe
inizia ad accorgersi
che ora c’è troppa gente
in casa per l’ultimo saluto
a sua madre Ines.
E’ molto insofferente,
ha tanta paura,
si sente solo…
Inizia ad ascoltare
alcune urla di dolore
provenienti dalla stanza
dove ora Ines
inizia a riposare dentro
il suo sonno eterno.
Decide
di raggiungere per l’ultima
volta la sua mamma,
si dirige verso la stanza,
c’è tanta gente
ma lui così piccolino
riesce tra le tante gambe
a passare ed a raggiungerla.
Si inginocchia
con le mani giunte
e il capo chino.
Un ultimo bacio
alla sua mamma
e con l’anima in “piena”
decide di lasciare la camera.
La notte inizia a scendere
ma Giuseppe non cede al sonno.
Decide di uscire fuori,
per strada,
da solo,
sente il bisogno di farlo,
l’aria dentro casa è “irrespirabile”,
improponibile da vivere
in quel preciso istante.
Indossa
un paio di pantaloni corti
e un maglione di lana,
la temperatura è molto bassa,
rigida,
la neve continua a scendere,
le scarpe che indossa
non lo facilitano nel camminare.
All’esterno delle case
il paese è vuoto,
l’orario invita
a restare
dentro le proprie case.
C’è solo un bambino
che corre
con il volto
ricoperto da lacrime e neve,
alcuni cani randagi
hanno trovato riparo
sotto vecchi camion,
lo osservano,
lo scrutano.
Giuseppe
non avverte il freddo,
come potrebbe…
Continua a correre,
cade,
una,
due,
tre
volte,
ma subito si rialza,
cadere sopra la neve
è l’unica nota lieta
di quell’attimo
che lui ha ha deciso di vivere così.
Le lampade del paese,
fioche,
giallastre,
vecchie,
gli rendono l’atmosfera
ancora più triste,
non sente
più le mani e i piedi,
ma continua a correre,
deve raggiungere “Maria”…
Ora
inizia a percorrere
una lunga salita,
è stremato,
ora il freddo
inizia a sentirlo,
è lancinante,
la paura gli taglia il respiro,
inizia ad urlare:
“Mamma,
mamma,
mamma mia,
perché
mi hai abbandonato,
perché?
Ti prego
mamma
torna da me…”
Alla fine della salita si blocca,
il suo respiro fa fatica ad uscire,
è molto affaticato.
Si stende sul manto nevoso,
di schiena,
le braccia aperte,
gli occhi rivolti verso il Cielo…
Davanti a lui
c’è l’immagine di Maria Vergine,
intorno diversi vasi
con acqua e fiori
che la neve ha gelato
da diversi giorni.
Anche i tanti lumini sono spenti,
ma i tanti rosari restano sempre lì,
avvolgono l’immagine di Maria.
Ora
Giuseppe ha un pianto dirotto,
incessante:
“Maria aiutami,
ti prego
aiutami,
diventa la mia Mamma,
diventa,
diventa.”
Giuseppe
si alza dal manto nevoso,
il freddo
inizia ad asciugargli le lacrime,
mentre con la neve
scolpisce
ai piedi
dell’immagine di Maria la parola:
“Maria diventa”
Il giorno seguente
gli abitanti del paese
trovarono scritto sopra
il manto nevoso:
“GIUSEPPE SONO DIVENTATA”