Di Luca Scutti

PER DIVENTARE CICATRICE

Rompi quel cerotto,

squarcia quel cerotto,

quell’orrendo nastro adesivo,

strappalo…

Sii deciso nel farlo,

mettici tutta l’energia che hai,

tutta la tua potenza,

e poi soffia

fino a farti scoppiare il cuore.

 

Quando strapperai

respira,

infuria e imperversa

sopra quella crosta,

sopra quella superficie

così indurita,

sopra quella facciata

abbandonata da chissà quanto tempo,

sopra quel dipinto così falso.

 

Sarà ancora troppo inumidita,

sarà ancora troppo bagnata,

sarà ancora troppo imbevuta dal dolore,

dopo diversi anni il dolore

è ancora grondante,

trabocca,

non è mai sazio,

sarà ancora troppa nebbiosa.

 

Attenderai sotto il sole ardente,

sarà rovente,

sarà insopportabile,

sarà bruciante,

sarà acuto,

sarà struggente,

la cicatrice ha bisogno del suo tempo,

ha la sua durata,

deve ancora salire i suoi gradini,

ha la sua età:

Sia

sempre

Benedetta

la

coltivazione.

 

Gli anni sono trascorsi inesorabilmente,

sono stati anni spietati 

e senza cura,

anni intransigenti sotto un cielo nero,

anni inclementi,

anni malvagi,

ma ora…

E’ giunto il suo turno:

Per

diventare!

 

Riempi i tuoi giorni

con tutta l’intensità che ti resta,

cerca sempre la giusta frequenza,

e poi…

Si…

poi conduci le persone verso il mare,

guidale,

accostale,

non separare mai ciò che Dio ha unito…

 

Sempre la stessa sosta,

sempre la stessa mancanza, 

ti intrattieni

sempre con la stessa persona 

e nemmeno lo sai…

Non restartene dentro quella pozza,

che ci fai ancora dentro quello stagno,

è tutto fermo,

il nulla,

e nulla si muove.

 

L’acqua è sempre così stagnante,

è acqua morta,

è una palude ricolma di melma,

quanti impicci,

quanti intrighi,

quanti imbrogli,

quanti guai,

non riesci più a muoverti,

non riesci più ad immergerti…

C’è la fai a camminare?

C’è la fai a spostarti?

 

Sii coraggioso davanti al tuo cuore,

mostragli il tuo “valoroso”,

sii ardito contro quella cicatrice,

non farti mai vedere pauroso

con i pugni chiusi

nell’angolo dei dimenticati,

nell’angolo dei “non mi ricordo di te”…

 

Non farti mai vedere debole,

la delicatezza è un’altra storia,

è per pochi addetti.

 

La fragilità è un’altra storia,

è per pochi addetti. 

 

Non farti mai vedere timoroso,

la timidezza è un’altra storia,

è per pochi addetti,

 

L’apprensione è un’altra storia,

è per pochi addetti.

 

Sii spericolato

e giù di corsa per quella montagna

a perdifiato,

fino a farti scoppiare il cuore e i polmoni,

sii temerario,

cadi,

ma poi rialzati…

 

Trasforma la paura,

trasforma la debolezza,

trasforma il timore,

trasfigura la tua vita:

Domani

ti accorgerai

di avere

una nuova “carnagione”,

una nuova “buccia” di vita,

un nuovo “intonaco”

sopra la tua pelle.

 

Come

il “brutto anatroccolo”

che diventa…

 

Sei sempre tu

che determini la tua vita,

sei sempre tu

che definisci la tua vita.

 

Ora cosa preferisci?

E’ giunto il momento

anche per te di scegliere…

 

Ora cosa prendi?

E’ giunto il momento

anche per te di stringere,

è giunto il momento

di conquistare te stesso,

è giunto il momento

di trattenere il tuo cuore

accanto a te,

è giunto il momento

di incamminarti verso il mare,

è giunto il momento

di ereditare i doni del Padre,

è giunto il momento

di catturare le stelle… 

 

Ora cosa separi?

Cosa staccherai dal tuo “soffitto”?

Quante pagine ingiallite

strapperai dal tuo diario? 

Distinguere e poi dividere:

A L L O N T A N A R E.

 

Resteranno solo le “frazioni”,

i “frammenti” caduti sopra il pavimento,

sono precipitati,

sono sprofondati,

i “decaduti”,

i cuori dalle sculture di latta,

“lamiere” incatenate tra di loro,

scatolette stagnanti,

barattoli dimenticati sopra i marciapiedi…

 

Ora cosa distingui?

D  I  S  C  E  R  N  E  R  E.

 

Il

sole

è

calato,

lo hanno

visto

annegare nel mare,

è scomparso,

si è “chinato”

per fare spazio:

PER

DIVENTARE

CICATRICE!

 

 

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