Rompi quel cerotto,
squarcia quel cerotto,
quell’orrendo nastro adesivo,
strappalo…
Sii deciso nel farlo,
mettici tutta l’energia che hai,
tutta la tua potenza,
e poi soffia
fino a farti scoppiare il cuore.
Quando strapperai
respira,
infuria e imperversa
sopra quella crosta,
sopra quella superficie
così indurita,
sopra quella facciata
abbandonata da chissà quanto tempo,
sopra quel dipinto così falso.
Sarà ancora troppo inumidita,
sarà ancora troppo bagnata,
sarà ancora troppo imbevuta dal dolore,
dopo diversi anni il dolore
è ancora grondante,
trabocca,
non è mai sazio,
sarà ancora troppa nebbiosa.
Attenderai sotto il sole ardente,
sarà rovente,
sarà insopportabile,
sarà bruciante,
sarà acuto,
sarà struggente,
la cicatrice ha bisogno del suo tempo,
ha la sua durata,
deve ancora salire i suoi gradini,
ha la sua età:
Sia
sempre
Benedetta
la
coltivazione.
Gli anni sono trascorsi inesorabilmente,
sono stati anni spietati
e senza cura,
anni intransigenti sotto un cielo nero,
anni inclementi,
anni malvagi,
ma ora…
E’ giunto il suo turno:
Per
diventare!
Riempi i tuoi giorni
con tutta l’intensità che ti resta,
cerca sempre la giusta frequenza,
e poi…
Si…
poi conduci le persone verso il mare,
guidale,
accostale,
non separare mai ciò che Dio ha unito…
Sempre la stessa sosta,
sempre la stessa mancanza,
ti intrattieni
sempre con la stessa persona
e nemmeno lo sai…
Non restartene dentro quella pozza,
che ci fai ancora dentro quello stagno,
è tutto fermo,
il nulla,
e nulla si muove.
L’acqua è sempre così stagnante,
è acqua morta,
è una palude ricolma di melma,
quanti impicci,
quanti intrighi,
quanti imbrogli,
quanti guai,
non riesci più a muoverti,
non riesci più ad immergerti…
C’è la fai a camminare?
C’è la fai a spostarti?
Sii coraggioso davanti al tuo cuore,
mostragli il tuo “valoroso”,
sii ardito contro quella cicatrice,
non farti mai vedere pauroso
con i pugni chiusi
nell’angolo dei dimenticati,
nell’angolo dei “non mi ricordo di te”…
Non farti mai vedere debole,
la delicatezza è un’altra storia,
è per pochi addetti.
La fragilità è un’altra storia,
è per pochi addetti.
Non farti mai vedere timoroso,
la timidezza è un’altra storia,
è per pochi addetti,
L’apprensione è un’altra storia,
è per pochi addetti.
Sii spericolato
e giù di corsa per quella montagna
a perdifiato,
fino a farti scoppiare il cuore e i polmoni,
sii temerario,
cadi,
ma poi rialzati…
Trasforma la paura,
trasforma la debolezza,
trasforma il timore,
trasfigura la tua vita:
Domani
ti accorgerai
di avere
una nuova “carnagione”,
una nuova “buccia” di vita,
un nuovo “intonaco”
sopra la tua pelle.
Come
il “brutto anatroccolo”
che diventa…
Sei sempre tu
che determini la tua vita,
sei sempre tu
che definisci la tua vita.
Ora cosa preferisci?
E’ giunto il momento
anche per te di scegliere…
Ora cosa prendi?
E’ giunto il momento
anche per te di stringere,
è giunto il momento
di conquistare te stesso,
è giunto il momento
di trattenere il tuo cuore
accanto a te,
è giunto il momento
di incamminarti verso il mare,
è giunto il momento
di ereditare i doni del Padre,
è giunto il momento
di catturare le stelle…
Ora cosa separi?
Cosa staccherai dal tuo “soffitto”?
Quante pagine ingiallite
strapperai dal tuo diario?
Distinguere e poi dividere:
A L L O N T A N A R E.
Resteranno solo le “frazioni”,
i “frammenti” caduti sopra il pavimento,
sono precipitati,
sono sprofondati,
i “decaduti”,
i cuori dalle sculture di latta,
“lamiere” incatenate tra di loro,
scatolette stagnanti,
barattoli dimenticati sopra i marciapiedi…
Ora cosa distingui?
D I S C E R N E R E.
Il
sole
è
calato,
lo hanno
visto
annegare nel mare,
è scomparso,
si è “chinato”
per fare spazio:
PER
DIVENTARE
CICATRICE!
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Laura…:)