Bisogna conoscere,
bisogna apprendere,
bisogna imparare,
bisogna ascoltare,
a s c o l t a r e!
Da dove provengono certi rumori,
chi è che fruga come un ladro dentro l’anima…
Bisogna avere il chiarore della luna,
ha sempre illuminato
la strada da percorrere,
bisogna saperli riconoscere certi “sapori”,
bisogna capire da dove provengono certi “odori”,
bisogna esserne in grado,
invece continuiamo ad ignorare quasi “tutto”,
perfetti sconosciuti!
Non ignoriamo
mai una “madre” maledetta
chiamata ignoranza,
non “ascoltiamo” mai il Cielo quando ci parla,
continua a “soffiare” addosso alle nostre spalle…
Il Cielo ha sempre respirato per noi,
saperlo così ansimante per noi,
anche questa sera imperversa per noi,
niente a “Lui” viene restituito.
Ora dal Cielo non scende più l’acqua piovana,
nessun rovescio,
nessuna precipitazione,
raccogliamo lucciconi disperati
dentro sudici “scomparti”.
E’ il pianto della “Volta Celeste”,
così tanto affaticata e stremata…
Siamo degli incapaci,
cosa siamo diventati,
uomini inconsapevoli…
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L’ignoranza
dell’anima
è
la
più
grave
malattia
del
mondo.
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Dovevo saperlo
che mi sarei incamminato
da solo,
senza più quel chiarore sulla strada,
chi ha rubato la luna…?
Cosa ne sarà del bagliore,
cosa ne sarà del crepuscolo,
chi ha sparso
tutto questo veleno?
Troppe sostanze tossiche,
troppo livore,
troppa perfidia,
letali!
Dovevo immaginarlo
che mi sarei incamminato
da solo,
è sempre più difficile…
Tornare
e
ritornare.
Quanto “sangue” è andato perso,
quanto “sangue” è andato a male,
tutta quella energia,
la forza,
il coraggio,
erano racchiusi dentro la nostra “natura”,
l’indole di una vita…
Quanto “sangue” è andato perso,
restarne privi,
osservarlo dentro mani sempre più rosse,
lasciarlo sopra i nostri corpi,
abbandonarlo sopra questa strada,
spettri e spiriti,
ombre nascoste che non ti osservano,
ma ti guardano…
Perderlo,
dissiparlo e consumarlo,
e questo che ci meritiamo,
ogni volta di perdere il proprio “sangue”.
Chi meno
chi oltre,
lo dissolve,
chi meno
chi oltre,
lo disperde,
chi meno
chi oltre,
profanare!
Ci chiamavano uomini,
eravamo uomini,
ci siamo
sempre “colorati e dipinti”
i volti dell’umanità,
poveri finti,
fottuti pagliacci maledetti,
la solidarietà,
la fratellanza,
siamo diventati orribili,
erano le nostre vite.
Sono così tanto buffo
a scrivere tutto “questo” davanti ai tuoi occhi,
ho amato le bugie pronunciate,
ma erano bugie,
sono così tanto ridicolo
a scrivere tutto “questo”
davanti ad un bambino che ora legge,
ho amato l’inganno,
ma era un inganno.
Non è ancora tempo di morire,
la Luce continuerà a rischiarare,
a brillare,
a rivelare,
ad accendere cuori su cuori,
brucerà le “ombre” di uomini,
splenderò sopra il tuo sguardo,
il “sangue” cesserà di scorrere
quando “sarà”.
L’ho lasciato scorrere,
non vedrai più le mie lacrime…
Fine o Regno dei Cieli,
perdita o Eden,
sonno eterno o beatitudine,
tormento o giardino di delizie,
trapasso o Empireo…
Non
è ancora tempo di morire.
❤️❤️❤️❤️😘😘😘
…e non ascoltiamo il vento che ci soffia sulle spalle…
Abbracciati…:)
Grazie Duccio che ci sei 🙂
Eccellente ❤❤
Grazie Aldo, ti abbraccio 🙂