Di Luca Scutti

LA TRAGEDIA

(Dedicato ai figli del mai)

Comportamento drammatico, grottesco, eppure per loro è una tragedia.

Il tono così solenne narra la loro disperazione; i loro cuori gonfi di dolore,

questo grande avvenimento tragico, luttuoso…

I loro figli hanno avuto scarsi risultati nell’anno scolastico appena concluso:

alcuni di loro hanno materie da recuperare, altri sono stati respinti.

Che tragedia!

E’ accaduta una tragedia, così dicono questi “genitori”???

In tutta sincerità e onestà, la vera tragedia siete voi “genitori”???

L’importante è che vostro figlio vada bene a scuola; e “poi”?

“Poi” è un disgraziato avverbio di tempo!

“Poi”, prima o “poi” riuscirete a parlare con vostro figlio?

A dirgli: “Amore come stai”?

“Cos’è che ti preoccupa”?

“Di cosa hai bisogno”?

“Poi”, il vostro grande avverbio di tempo, per vostro figlio questo tempo

non c’è mai stato! Il vostro mondo, il mondo dei vegetali,

la vostra vita puramente organica. Senza valori, senza un progetto,

senza un’idea, senza Dio, ma con tanta ambizione, quella dei falliti.

Dai su…non ditemi che vi state specchiando, non vi credo.

Dovrete farvi calpestare da altre parole, come mai ora questa vostra inquietudine?

Sigaretta? Non avevo dubbi!

I continui lamenti, disturbi, insofferenze da parte dei vostri figli, causati dai vostri

malesseri, fallimenti. Figli che si sono suicidati per i vostri continui insulti,

punizioni, e per le continue percosse. Per aver avuto una pagella scadente,

insufficiente, ed hanno preferito togliersi la vita pur di non rimanervi accanto.

Hanno preferito abbandonare, abbandonarli, abbandonarvi!

Esistono sensibilità particolari, esistono persone fragili, esiste il “cristallo”.

A volte il dolore è insopportabile per i più fragili.

Ti ricordi quando eri bambino? Pensavi con l’anima.

Adesso sei un padre, adesso sei una madre, ora pensi con il cervello, distanza siderale!

Le vostre anime hanno sempre cercato di parlarvi, non le avete mai dato ascolto,

senza conoscerne il loro pensiero, i loro bisogni. Iniziano a diventare molto scomode,

fate molta attenzione. Siete cupi, gravi.

“Forse”, altro avverbio disgraziato, questa volta, dubbio, non sicurezza, disonestà,

falsità, condizione di perenne incertezza. Siete tormentati, non siete tranquilli;

i vostri avverbi…state soffocando. Ogni anno circa cento ragazzi tra i quattordici

e diciotto anni, nel periodo tra maggio e giugno alla fine dell’anno scolastico tentano

il suicidio, spesso riuscendoci.

Chissà, sarà presto?

“Forse”!

Chissà, sarà tardi?

“Forse”!

Sbrigati, fai presto, e vai subito ad abbracciare tuo figlio.

 

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