Di Luca Scutti

LA CULLA DEL MONDO

 

 

 

“Dentro “quella” culla ero felice,

il “sole” e la “luna” mi attraversavano,

il “vento” mi cullava,

cullava le tante bolle di sapone,

quell’ondeggiare era il ballo dell’infinito,  

era la mia altalena spinta dal “vento”,

era la nicchia dei sogni,

vivevo dentro notti magiche,

ero disteso sopra “un’onda”,

veniva,

andava,

si increspava,

si infrangeva contro il mio piccolo cuore,

 iniziavo ad ascoltare “quell’onda”,

mi trascinava via,

nessuna riva da toccare,

ma dentro il mio piccolo cuore

sapevo che un giorno la mia penna avrebbe toccato la riva.

Ho imparato che si naviga solo sopra “quell’onda”. 

Il “vento” e “l’onda”…

non avevo bisogno di vedere,

avevo bisogno di sentire.

Come  puoi impedire ad una culla di non dondolare?

Come puoi impedire ad “un’onda” di muoversi?

Il “vento” batte…

Ho arrotolato questa carta scritta dentro una bottiglia,

l’ho donato al mare,

queste mie parole saranno cullate dal “vento”,

queste mie parole saranno cullate “dall’onda”,

un giorno il “vento” soffierà ancora più forte,

un giorno “l’onda” la vedrò ai piedi della riva,

e mi consegneranno tra le mani questa carta scritta”.

 

Cos’è una culla?

E’ l’origine,

il principio,

oscilla dolcemente,

bambino chiudi gli occhi

e addormentati…

 

Questa mattina c’è un “vento” leggero,

culla le barche immerse nel mare,

c’è “qualcuno”…

mi culla,

c’è uno stato di quiete,

la distensione spirituale mi culla,

tutto si muove,

anche il mio dolore viene cullato…

Oscillo,

da bambino sono stato cullato,

mi sono “abbandonato”,

questo silenzio è un’incanto,

culla la mia anima.

La collana che ho al collo dondola,

avvolge una Croce,

è una “farfalla”

posatasi dolcemente sopra il mio cuore,

mi parla: “Portami al mare”.

I lampioni delle strade oscillano,

il “vento” dondola la “sua” natura,

insieme agli alberi e ai fili d’erba,

i granelli di sabbia mi accarezzano,

cullano il mio viso…

Questo “vento” 

mi ha portato via,

mi ha rinchiuso dentro la sua magica culla,

è veloce,

è ovunque,

per mare,

per Cielo,

dona luce al mare,

dona luce al Cielo,

li culla…

Ascolto il suono del “vento”,

è un suono solitario.

L’uomo parla poco agli alberi,

l’uomo parla poco ai fili d’erba,

il “vento”…

solo il “vento” riesce a parlare a “loro”,

gli racconta come proteggersi dall’uomo,

gli racconta tutte le storie del mondo,

gli racconta: “Fidati solo di Peter Pan”,

gli racconta di trame pessime e disgustose,

poveri uomini andati in malora,

gli racconta la verità senza narrare,

gli racconta di uomini contro altri uomini,

gli racconta di padri e madri contro i propri figli,

gli racconta di figli contro padri e madri,

gli racconta di sangue “avvelenato” dalla nascita,

gli racconta dei tanti femminicidi,

gli racconta di cani abbandonati, legati ad un palo,

gli racconta di animali in agonia sulla riva del mare,

gli racconta la verità senza barare,

è un’incantesimo di verità,

per la natura è il suono di un “violino”,

“lei” non deve rendere conto a nessuno,

è coraggiosa come la penna del poeta.

 

Quante mani hanno cullato i bambini?

Riesci a cullare un bambino?

Cullerai il mondo,

cullerai  gli alberi,

cullerai i fili d’erba,

stai cullando la natura,

la natura è la parte più preziosa del mondo.

 

Non posso ricordare quando mio padre e mia madre mi cullavano,

so soltanto che la felicità abitava dentro “quella” culla.

Non posso ricordare quando mio padre e mia madre mi cullavano,

so soltanto che attraverso le mie piccole coperte

il sole riusciva ad attraversarmi,

so soltanto che attraverso il piccolo velo posto sopra “quella” culla

la luna riusciva ad attraversarmi.

Bisogna essere dei bambini fortunati,

trovare braccia che abbiano voglia di cullarti.

La carezza,

l’abbraccio,

il bacio,

ti serviranno quando uscirai fuori da “quella” culla,

al posto delle braccia che ti cullavano

troverai “loro”,

saranno la tua forza per andare avanti,

con il vento sulla faccia…

Troverai un bagnoasciuga di una riva del mare,

l’odore del mare stravolgerà “quella” culla,

ti accorgerai…le tue scarpe da ginnastica affonderanno,

strisce di Cielo culleranno  e “righeranno” i tuoi giorni di mare,

darai un nome a tutti i gabbiani che sorvoleranno il tuo cuore,

camminerai insieme ad un uomo,

camminerai insieme ad una donna,

una carezza,

un’abbraccio,

un bacio,

si scioglieranno sopra il tuo viso per chiederne altri,

il tuo viso diventerà la “loro” mappa,

nessun paese,

nessuna città,

nessuna stazione

nessun nome e cognome,

nessuna mappa,

il tuo viso diventerà la “loro” mappa,

ti prenderanno tra le loro “braccia” e ti culleranno,

la culla più bella del mondo.

 

Penso spesso al dolore,

il dolore è stato la Culla di Gesù,

ha amato “questo” dolore,

la Sua Culla una mangiatoia,

la Sua Culla una corona di spine,

la Sua Culla, chiodi conficcati dentro la sua carne.

Mi sbagliavo… 

è questa la Culla più bella del mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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