Di Luca Scutti

LA CONDIZIONE DEL BUIO

 

Ho chiuso la porta,

ho spento la Luce,

la tapparella della finestra

è abbassata…

Troppi caduti, 

troppi vinti,

troppi crolli:

l’urgenza della fretta.

Ho visto l’impazienza 

divorare anime,

ingozzarsi

e logorarsi.

Ho visto la velocità

di cuori impazziti:

confusi

e guasti.

Ho visto uomini precipitare,

finire giù,

in basso…

Ho smesso di difendermi,

ho smesso di proteggermi,

ho smesso di prendermi le parti,

come potrei in “questa”:

“La condizione del buio”.

 

Uomini a oltranza

esageratamente:

C o n t i n u a m e n t e 

ti esplodono addosso.

Uomini a oltranza

esageratamente:

S e n z a  i n t e r r u z i o n e

ti esplodono addosso.

Uomini a oltranza

esageratamente:

S e n z a  s o s t a

ti esplodono addosso.

Uomini a oltranza

esageratamente:

S e n z a  f i n e

ti esplodono addosso.

Uomini a oltranza

esageratamente:

I n c e s s a n t e m e n t e.

ti esplodono addosso.

 

Troppe sviste, 

troppe inesattezze,

troppi inganni,

l’onestà

dentro la menzogna,

troppi cuori refusi,

la grafica

e i disegni

di cuori nel piombo, 

troppo disonore,

troppa aberrazione,

troppe macchie,

troppi oltraggi alla vita.

 

Ieri pensavo a mio padre

quando mi abbracciava

ai piedi di un’altare,

c’era L’Altissimo esposto.

Ricordo “quella” cappella,

era piena di Luce,

e ora mi sento un “risvolto”

che vive dentro una “cristalliera”,

“questa” piega

è stata Benedetta dal Cielo,

l’eco del mio cuore

per arrivare fin “Lassù”:

Che prezzo ha un abbraccio,

quanto “costa” un abbraccio,

che prezzo ha una carezza,

quanto “costa” una carezza.

 

Che prezzo ha:

“Ti voglio bene”.

 

I “VALORI”

di un uomo dentro il “costo”,

dentro

l’ammontare della convenienza,

i compensi

e le parcelle,

poveri

cuori di “periferia”.

 

E

quanto inchiostro

maledetto

dovrò ancora versare,

quanto…

 

L’incenso

di questa condanna, 

continua a bruciare,

è una pena,

è una punizione,

l’adulazione

di “questa condizione”.

L’omaggio al buio,

questa nebbiosità 

mi porta lontano.

Fuori

con il coraggio addosso…

 

Sono distante,

sono staccato,

sono diviso,

sono assente,

nessun sistema,

nessun varco,

nessun passaggio,

nessun sentiero,

nessun canale,

nessuna “arteria”:

“E’

la

condizione

del

buio”.

 

Parlando al buio,

scrivendo al buio,

le parole si vestono  

di un altro significato,

le ho fasciate,

le ho coperte,

le ho ornate.

Solo il buio riesce

ad “arricchire”

il suono del mio cuore:

il “suo” accento,

il “suo” richiamo.

 

Non sono mai stato

un attore,

nessun divo,

nessuna star,

nessun protagonista,

nessun eroe,

nessun riflettore.

Sono nato nel buio,

nessuna luce artificiale,

nessuna luce innaturale,

nessuna luce alterata,

nessun prodotto sintetico,

nessuna chiacchiera del cazzo

in merito a “questo”.

Non troverai mai

un poeta costruito

dentro al buio,

solo fogli senza confini,

e tutto l’inchiostro

del mondo:

“Il

buio

rivela

il

mio

cuore”.

 

Scrivere al buio

è l’unica mia “condizione”,

è la limitazione,

è il vincolo

dentro al sigillo,

è l’impronta sopra il soffitto

di questa stanza,

è l’approvazione del Cielo,

è la clausola dell’anima,

è il “suo” status,

è la “sua” posizione.

I fogli sussurrano al cuore,

i fogli bisbigliano,

i fogli borbottano,

i fogli mi parlano sottovoce,

piano pianissimo,

le parole sono respiri affannati,

quanti fiati,

quanti sono?

Quanti sospiri,

quanti sono?

Quanti aliti,

quanti sono?

Le parole pesano come pietre,

lastre di un marmo “antico”

schiacciano il mio cuore,

l’inchiostro urla lo strazio,

gli spigoli si risvegliano,

la durezza e l’asprezza

mi sputano addosso,

i “demoni” 

mi vengono a trovare,

un benvenuto anche a “loro”

da parte:

“L’ARCANGELO

GABRIELE”.

 

La stanchezza e il dolore

mi uccidono,

quante volte

viene assassinato un poeta,

quante volte

viene accoltellato un poeta:

Q u a n t e ?

 

La “cristalliera” si appanna,

troppi fiati,

troppi aliti,

troppi respiri,

perdo la cognizione del tempo,

non c’è spazio,

cos’è lo spazio,

che giorno è oggi,

cos’è un giorno,

in che anno siamo,

cos’è un anno,

conosco

solo la “tasca” mio cuore:

Ora

trema

insieme

ai

vetri

della

“cristalliera”.

 

Apro la finestra,

anche la mia “ombra”

conosce il buio,

insieme alle lucciole…

Poi penso:

“Come potrebbero

brillare senza il buio”.

Ora le parole

premono addosso

alla “cristalliera”.

Si spezza,

cade sopra il pavimento,

è in mille pezzi…

 

Sono spaventato,

una “mano”

racchiude

la mia mano

per portarla nella Luce.

 

Ecco le prime luci dell’alba,

mi avvicino alla candela.

 

Prima di smettere

di respirarla,

prima di ansimare

davanti a “lei”.

 

Poi la “sua” voce:

Tutto quello che ho imparato

me lo ha insegnato il buio“.

 

In questa serata

quante pagine strappate,

quante pagine

ridotte a brandelli,

quante pagine violentate,

in questa serata

quante vite andate

e dimenticate,

in questa serata

quanti cuori

senza il respiro.

 

Poi ad un tratto,

uno scalpiccio:

Cos’è?

Poi ad un tratto,

un mormorio:

Cos’è?

Poi ad un tratto,

un bisbiglio:

Cos’è?

E’

IL

VENTO

CHE

GIOCA

CON

LE

RONDINI.

 

S  o  n  o

T  o  r  n  a  t  e

 

 

 

 

Articoli Correlati

4 Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vedi anche
Close
Back to top button