Ho chiuso la porta,
ho spento la Luce,
la tapparella della finestra
è abbassata…
Troppi caduti,
troppi vinti,
troppi crolli:
l’urgenza della fretta.
Ho visto l’impazienza
divorare anime,
ingozzarsi
e logorarsi.
Ho visto la velocità
di cuori impazziti:
confusi
e guasti.
Ho visto uomini precipitare,
finire giù,
in basso…
Ho smesso di difendermi,
ho smesso di proteggermi,
ho smesso di prendermi le parti,
come potrei in “questa”:
“La condizione del buio”.
Uomini a oltranza
esageratamente:
C o n t i n u a m e n t e
ti esplodono addosso.
Uomini a oltranza
esageratamente:
S e n z a i n t e r r u z i o n e
ti esplodono addosso.
Uomini a oltranza
esageratamente:
S e n z a s o s t a
ti esplodono addosso.
Uomini a oltranza
esageratamente:
S e n z a f i n e
ti esplodono addosso.
Uomini a oltranza
esageratamente:
I n c e s s a n t e m e n t e.
ti esplodono addosso.
Troppe sviste,
troppe inesattezze,
troppi inganni,
l’onestà
dentro la menzogna,
troppi cuori refusi,
la grafica
e i disegni
di cuori nel piombo,
troppo disonore,
troppa aberrazione,
troppe macchie,
troppi oltraggi alla vita.
Ieri pensavo a mio padre
quando mi abbracciava
ai piedi di un’altare,
c’era L’Altissimo esposto.
Ricordo “quella” cappella,
era piena di Luce,
e ora mi sento un “risvolto”
che vive dentro una “cristalliera”,
“questa” piega
è stata Benedetta dal Cielo,
l’eco del mio cuore
per arrivare fin “Lassù”:
Che prezzo ha un abbraccio,
quanto “costa” un abbraccio,
che prezzo ha una carezza,
quanto “costa” una carezza.
Che prezzo ha:
“Ti voglio bene”.
I “VALORI”
di un uomo dentro il “costo”,
dentro
l’ammontare della convenienza,
i compensi
e le parcelle,
poveri
cuori di “periferia”.
E
quanto inchiostro
maledetto
dovrò ancora versare,
quanto…
L’incenso
di questa condanna,
continua a bruciare,
è una pena,
è una punizione,
l’adulazione
di “questa condizione”.
L’omaggio al buio,
questa nebbiosità
mi porta lontano.
Fuori
con il coraggio addosso…
Sono distante,
sono staccato,
sono diviso,
sono assente,
nessun sistema,
nessun varco,
nessun passaggio,
nessun sentiero,
nessun canale,
nessuna “arteria”:
“E’
la
condizione
del
buio”.
Parlando al buio,
scrivendo al buio,
le parole si vestono
di un altro significato,
le ho fasciate,
le ho coperte,
le ho ornate.
Solo il buio riesce
ad “arricchire”
il suono del mio cuore:
il “suo” accento,
il “suo” richiamo.
Non sono mai stato
un attore,
nessun divo,
nessuna star,
nessun protagonista,
nessun eroe,
nessun riflettore.
Sono nato nel buio,
nessuna luce artificiale,
nessuna luce innaturale,
nessuna luce alterata,
nessun prodotto sintetico,
nessuna chiacchiera del cazzo
in merito a “questo”.
Non troverai mai
un poeta costruito
dentro al buio,
solo fogli senza confini,
e tutto l’inchiostro
del mondo:
“Il
buio
rivela
il
mio
cuore”.
Scrivere al buio
è l’unica mia “condizione”,
è la limitazione,
è il vincolo
dentro al sigillo,
è l’impronta sopra il soffitto
di questa stanza,
è l’approvazione del Cielo,
è la clausola dell’anima,
è il “suo” status,
è la “sua” posizione.
I fogli sussurrano al cuore,
i fogli bisbigliano,
i fogli borbottano,
i fogli mi parlano sottovoce,
piano pianissimo,
le parole sono respiri affannati,
quanti fiati,
quanti sono?
Quanti sospiri,
quanti sono?
Quanti aliti,
quanti sono?
Le parole pesano come pietre,
lastre di un marmo “antico”
schiacciano il mio cuore,
l’inchiostro urla lo strazio,
gli spigoli si risvegliano,
la durezza e l’asprezza
mi sputano addosso,
i “demoni”
mi vengono a trovare,
un benvenuto anche a “loro”
da parte:
“L’ARCANGELO
GABRIELE”.
La stanchezza e il dolore
mi uccidono,
quante volte
viene assassinato un poeta,
quante volte
viene accoltellato un poeta:
Q u a n t e ?
La “cristalliera” si appanna,
troppi fiati,
troppi aliti,
troppi respiri,
perdo la cognizione del tempo,
non c’è spazio,
cos’è lo spazio,
che giorno è oggi,
cos’è un giorno,
in che anno siamo,
cos’è un anno,
conosco
solo la “tasca” mio cuore:
Ora
trema
insieme
ai
vetri
della
“cristalliera”.
Apro la finestra,
anche la mia “ombra”
conosce il buio,
insieme alle lucciole…
Poi penso:
“Come potrebbero
brillare senza il buio”.
Ora le parole
premono addosso
alla “cristalliera”.
Si spezza,
cade sopra il pavimento,
è in mille pezzi…
Sono spaventato,
una “mano”
racchiude
la mia mano
per portarla nella Luce.
Ecco le prime luci dell’alba,
mi avvicino alla candela.
Prima di smettere
di respirarla,
prima di ansimare
davanti a “lei”.
Poi la “sua” voce:
“Tutto quello che ho imparato
me lo ha insegnato il buio“.
In questa serata
quante pagine strappate,
quante pagine
ridotte a brandelli,
quante pagine violentate,
in questa serata
quante vite andate
e dimenticate,
in questa serata
quanti cuori
senza il respiro.
Poi ad un tratto,
uno scalpiccio:
Cos’è?
Poi ad un tratto,
un mormorio:
Cos’è?
Poi ad un tratto,
un bisbiglio:
Cos’è?
E’
IL
VENTO
CHE
GIOCA
CON
LE
RONDINI.
S o n o
T o r n a t e
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Laura 🙂
❤❤
Grande Aldo 🙂