Quante parole non dette, mai pronunciate ma pensate.
Le vedo galleggiare dentro il fiume come detriti di macerie umane.
Sono sempre quì, rinchiuso dentro questo labirinto avvolto dalle mimose.
Ho preso spunto dalla leggendaria costruzione architettonica dell’antichità,
fatta costruire da mimose. La mimosa è una pianta tortuosa da rendere impossibile
l’orientamento, quindi ad uscire fuori faccio molta fatica…
Dentro queste stanze e questi lunghissimi corridoi non riesco ad avere il giusto orientamento,
quindi ad uscire fuori faccio molta fatica…
Ho sempre amato questa situazione così complessa e tortuosa.
Ogni tanto faccio capolino, mi sporgo, resto immobile con i gomiti appoggiati sopra il davanzale
della finestra, mi affaccio timidamente, spunto, come la luna di questa notte,
ogni tanto fa capolino tra le nubi…
Non dette, non pronunciate, ma “arrivano arrivano, oh si che arrivano”!
Ad uscire faccio molta fatica, ad entrare si fa molta fatica…
Vivo ad intermittenza dentro una luce “celeste” ma dentro tanta pioggia…a volte, spesso,
vivo ad intermittenza con un cuore consacrato a Dio ma dentro tanta pioggia…a volte, spesso.
Dovrei lavarmi, vestirmi, e correre come un pazzo verso…non più non più non più…
Le mie tante domande fastidiose, mettono a disagio, disturbano. Queste domande non comode,
non si siedono sopra una poltrona, non si siedono sopra una sedia, percorrono strade scomode,
mentre dall’altra parte le risposte galleggiano dentro il fiume come detriti di macerie umane.
Svagati, disattenti, pensare fa tanta paura, togliersi volutamente le proprie energie fisiche
mentali e morali, la “fretta” genera la “velocità”, la troppa luce “celeste” non stanca, fa pensare,
fa paura. Ma non ci si stanca di arrivare sempre in ritardo? Sempre con l’affanno indeboliti e affaticati,
le gambe stanche, anche gli occhi sono stanchi, nessun desiderio, la saturazione li porta a spasso
tutti i giorni insieme alla rassegnazione.
Ci credi? Ogni volta che li osservo il mio fiato viene inghiottito da una forza più superiore di me,
non respiro più, mi sento mancare il fiato, inizio a respirare a fatica, devo tirare il fiato,
percepisco di non avere più fiato in corpo. Chissà…in passato ho sprecato troppo fiato!
Vivo ad intermittenza dentro una luce “celeste” ma dentro tanta pioggia…a volte, spesso,
vivo ad intermittenza con un cuore consacrato a Dio ma dentro tanta pioggia…a volte, spesso.
La tendenza a simulare, ipocrisia? Forse. Apparire diversi da ciò che si è dentro un social,
ti chiedo scusa ma non c’è la posso fare, ho un altro viaggio da fare, il tuo viaggio è troppo “lungo”…
“Buonasera, vorrei delle mimose, tutte quelle che ha grazie”
Buttarsi via,
essere dei perdenti,
mentre mi nascondo tra le mimose.