Di Luca Scutti

IL GIARDINO DELL’EDEN

 

Nessun ponte al mio orizzonte,

nessun cavalcavia,

nessun collegamento

tra il confine del Cielo e della terra,

nessun collegamento

tra il confine della terra e del mare:

Eppure…

 

Quanti muri ci sono?

Quante pareti divisorie ci sono?

Perchè

si pensa solo a costruire i muri?

Perchè

non si pensa a costruire una porta?:

Basterebbe un uscio,

un barlume di penombra,

un crepuscolo,

la parvenza di un segno,

una piccola soglia,

un passaggio…

 

Come posso bussare,

dove posso battere,

dove posso picchiare.

Senza

un cuore non si edifica nulla,

senza

la coscienza non si edifica nulla,

senza

la bontà non si edifica nulla,

senza

la compassione e la pietà

non si edifica nulla,

senza

la carità non si edifica nulla.

 

 

Con la mente si distrugge un cuore:

Rompere per “guadagnare”,

mentre ci sono Cattedrali da edificare…

è  s o l o  u n  c u o r e

—————————

 

Ho visto pensieri distruggere cuori:

Ho visto teste avvolte dalle fiamme,

quanti cuori distrutti…

e r a n o  s o l o  c u o r i

——————————

 

Ho visto l’intelletto distruggere un cuore:

Ho visto l’ingegno dell’uomo

racchiuso dentro la scienza

per poi rinnegare Dio,

ho visto sotterrare l’anima,

la ricerca maniacale di “capitali”,

le tanto care banconote,

il contante,

la valuta,

le finanze e le sovvenzioni.

s e n z a  u n’  a n i m a

————————————–

 

La “ricchezza” di carcasse umane,

carcasse prive di Dio,

carcasse mancanti e sprovviste,

carcasse spoglie davanti al Cuore di Dio,

“diligenze” trainate da cavalli impazziti:

L’ESCLUSIONE

DEL

“BELLISSIMO”.

 

 

Come si vive senza edificare i sogni:

Il miraggio della bellezza

come un abbaglio

mentre ti esplode nel cuore.

e s i s t e  q u a l c o s a  d i  p i ù  b e l l o?

—————————————————

 

Come si vive dentro vuoti da colmare,

da riempire:

Farcirli di carezze e baci,

imbottirli del “pane” degli angeli,

il cibo degli “eletti”,

e si nutra l’anima mia,

sorgente di vita.

E nuvole argentate ricoperte di Cielo.

e s i s t e  q u a l c o s a  d i  p i ù  b e l l o?

—————————————————-

 

 

Quanti spazi abbiamo per edificare?:

Edificare sopra i dolori.

Le fortezze del cuore.

 

Edificare sopra i dispiaceri.

Le fortezze del cuore.

 

Edificare sopra la sofferenza…

C’è un cuore stanco.

Le fortezze del cuore.

 

Edificare sopra la disperazione.

Le fortezze del cuore.

 

Edificare sopra i tormenti:

Le fortezze del cuore.

 

Quanti sacrifici per edificare,

poi un giorno,

basta un solo giorno,

poi il tempo,

basta solo un tempo,

poi un soffio di vento,

basta un solo soffio di vento,

per distruggere tutto.

Mani che costruiscono,

parole che arrivano dritte al cuore,

e invece…

E’ tutto al contrario. 

Si continua a distruggere,

a sterminare,

a strappare,

a guastare, 

a cancellare,

e tu che ti “trovi”all’opposto,

dietro ad una “finestra” ad osservare,

mentre il vetro inizia ad appannarsi…

Struggersi.

 

 

Distruggere

i tanti rami secchi,

per poter donare al nuovo:

 La

vita.

 

 

Veder fiorire e germogliare,

aprirsi e schiudersi,

nascere e manifestarsi:

Sorgere.

 

 

Dentro al seccato non nasce nulla,

dentro l’appassito non c’è più vita,

dentro al vizzo

c’è odore di vita già:

Morta.

 

 

Non radunare le persone,

non radunare i tuoi seguaci,

che te ne fai,

s’inchineranno sempre

davanti a te.

Piuttosto

portali al mare e donagli l’Infinito:

Che siano inghiottiti dall’illimitato,

che siano inghiottiti dall’interminabile,

che siano inghiottiti dal “Bellissimo”,

che siano inghiottito dall’immenso,

che siano inghiottiti dall’anima immortale,

che siano inghiottiti dallo smisurato,

che siano inghiottiti

senza principio e senza fine,

che siano inghiottiti dall’eterno,

che siano inghiottiti dall’assoluto spazio del creato.

 

 

C’è l’hai la casa del cuore?

C’è l’hai un posto per sognare?

C’è l’hai un posto per crescere e costruire?

C’è l’hai un posto per ripararti dal freddo?

C’è l’hai un posto per piangere?

C’è l’hai un posto per “morire” 

ogni giorno,

e poi rinascere?:

Bisogna coltivare 

dentro la tempesta

di ogni stagione

con addosso la sofferenza,

senza mai riposare.

 

Bisogna interrare, 

dentro la tempesta

di ogni stagione

con addosso la sofferenza,

senza mai riposare.

 

Bisogna seminare, 

dentro la tempesta

di ogni stagione

con addosso la sofferenza,

senza mai riposare. 

 

Bisogna penetrare, 

dentro la tempesta

di ogni stagione

con addosso la sofferenza,

senza mai riposare. 

 

Senza mai riposare

ai “piedi”

del Giardino dell’Eden,

questo luogo così Paradisiaco,

questo giardino di delizie.

L’immenso dono che Dio fece

all’uomo e alla donna.

E’ nel Giardino dell’Eden

che Dio creò

il primo uomo e la prima donna.

L’assoluta felicità!

La pace,

l’armonia,

dove nessun fiore è velenoso.

 

Un albero miracoloso

fatto nascere

in mezzo al Giardino dell’Eden,

era accanto all’albero della conoscenza

del bene e del male.  

Era per Adamo ed Eva,

cibarsi dei “suoi” frutti.

Erano immortali,

nessuna vecchiaia,

nessuna malattia.

 

 

La radice:

Il ceppo,

il bulbo,

le “sue” fondamenta,

l’origine.

 

Il tronco:

Completo e intero,

intatto e integro.

 

Le foglie:

Lamine “dorate”.

la parte integrante della foglia,

è l’ornamento.

 

I frutti:

E’ il raccolto,

è la conseguenza,

è un figlio…

Uniscili.

 

 

Penso che tu

abbia bisogno

di un “giardiniere”.

 

“Perchè

pensi

questo?”

 

“Durante

le tempeste di stagione

continui a “riposarti”,

mentre il tuo giardino

continua a non “crescere”,

regredisce a dismisura.

Solo

con l’attenzione del “Giardiniere”

potrai continuare:

A

sollevare,

a

cogliere,

a

soccorrere,

a

proteggere,

a

riunire,

a

stringere,

ad

ascoltare,

ad

avvolgere,

ad

accogliere.

 

…e   r  i  c  e  v  e  r  e.

 

 

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