Di Luca Scutti

“IL CUORE INVISIBILE”

 

Volgere lo sguardo su qualcuno,

volgere lo sguardo su qualcosa,

con gli occhi “lucidi”

e non toccare,

girare lo sguardo,

avvicinarsi…

 

Volgere

lo

sguardo

dentro

al

“cuore invisibile”.

 

Riesco a volgermi meravigliosamente

solo quando sono accanto al“cuore invisibile”,

è tutto così impercettibile “quì”,

è tutto così inavvertibile,

non “quì”…

 

Volgermi verso le “cime” più alte,

“elevarmi”,

per andare incontro “all’invisibile”,

verso “l’impossibile”,

verso “l’incredibile”,

praticamente “impraticabile”,

praticamente “improbabile”,

praticamente “inammissibile”,

per raccontare “storie” e cose” 

che non si possono “vedere”,

che non si possono percepire,

che non si possono “leggere”,

che non si possono “visitare”,

che non si possono “concepire”,

che non si possono “contemplare”…

 

A

volte

essere

un

poeta

è

una

“condanna”!

 

I miei occhi non mi bastano mai,

i miei occhi non saranno mai “sufficienti”,

sempre sotto la soglia “dell’insufficienza”,

gli occhi si accontentano sempre dentro la loro “negligenza”,

vedere non sarà mai come “osservare”,

vedere è “mediocre”.

Riesco a volgermi solo quando il mio “cuore diventa invisibile”,

riesco a volgermi solo quando lo sento accanto a me…

 

E’ arte anche sapersi  volgere verso “l’invisibile” che c’è,

volgermi ogni giorno verso l’angelo scolpito dentro il mio “cuore invisibile”,

un angelo “intagliato”,

un angelo “raffigurato”,

è il mio Spirito Divino,

è il mio Messaggero Divino:

“Intelligenza e saggezza Celestiale”.

Ogni giorno viene in mio aiuto,

è la mia “colonna”,

è il mio “bastone”,

ogni giorno mi libera dalle mie “schiavitù”…

 

Volgere

lo

sguardo

dentro

al

“cuore invisibile”.

 

Volgere non è mai stato facile

per due “occhi limitati” dentro strade strette e ridotte,

quanti saluti dall’altra parte della carreggiata,

nessuna “apertura”,

abbiamo delle soluzioni?

Abbiamo delle alternative?

Non riesco a volgermi con “occhi limitati”…

 

Sono

“limitato”!

 

Volgermi con occhi che “desiderano”,

volgermi con occhi che non smettono mai di “sognare”,

non esiste nessun miraggio

quando sogno,

non esiste nessun abbaglio

quando sogno,

non esiste nessuna utopia

quando sogno…

 

Verso

“l’invisibile”!

 

Troverò sempre i bambini,

troverò sempre un padre e una madre,

troverò sempre un nonno e una nonna,

troverò sempre gli alberi e i fiori,

troverò sempre l’incenso che brucia

e una candela che arde,

con accanto un “cuore invisibile”,

li scorgerà,

li rivelerà,

li “scaverà da sotterrati”,

non li dimenticherà,

li ha sempre desiderati…

 

Ti sei mai voltato verso una persona che ha fame?

C’è qualcosa che non va.

Ti sei mai voltato verso una persona che ha paura?

C’è qualcosa che non va.

Ti sei mai voltato verso una persona che è sola?

C’è qualcosa che non va.

Ti sei mai voltato verso una persona che piange?

C’è qualcosa che non va.

Ti sei mai voltato verso una persona che “suda”

dentro un “attacco di panico”?

C’è qualcosa che non va.

Non ti sei mai voltato con accanto a te

un “cuore invisibile”,

eppure potevi,

un “cuore” che mai “dimentica” il bisogno,

e con occhi che tradiscono continuamente…

 

Volgere

lo

sguardo

dentro

al

“cuore invisibile”.

 

Non seguire mai la “vista” degli occhi,

sono sempre stati i più grandi “traditori” del mondo,

occhi che sorvegliano,

occhi che “riportano”,

senza un abbraccio,

senza l’accoglienza,

senza la carità,

senza l’amore.

 

Segui il “cuore invisibile”

per volgerti verso ciò che non esiste,

ma è sempre esistito:

“Si…è un cuore invisibile”.

 

Dipende come ci si volge,

volgere o guardare?

Volgere o osservare?

Volgersi o guardarsi?

Volgersi o osservarsi?

Guardi?

Non è detto che vedi!

Guardano?

Sono infinite le persone che vedono,

e cosa vedono?

Volgersi e osservare,

sono pochissime queste persone,

lungo e “tortuoso” cammino,

l’arte del volgersi,

dove riesci a sentire,

dove non riesci a “vedere”,

come un “cieco” nella notte insieme al suo bastone,

cammina insieme al suo “cuore invisibile”,

non può “cadere”…

 

Percepisce e “osserva”,

distingue “osserva”,

visita assiste e “osserva”,

riconosce e “osserva”

cerca e “osserva”,

si accorge di esserci

E SENTE…

 

La differenza tra vedere ed osservare,

cerca sempre di far “vedere” agli altri

ciò che tu osservi…

 

La fede

è credere

in ciò che non si vede;

la ricompensa della fede

è vedere ciò a cui si crede.

(Sant’Agostino)

 

C’è chi li chiama pazzi,

c’è chi li chiama dannati,

sono i poeti,

sono quelli che osservano

con gli occhi dei “Messaggeri” Divini,

con gli occhi degli angeli…

 

Mi chiedevo:

A volte accendere la “luce” a cosa serve?

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