Di Luca Scutti

IGOR

Cadevano i diavoli,

precipitavano a testa in giù,

si riversavano sopra il manto

di una strada buia e fitta, 

dentro le lacrime di un cane.

Era una strada conficcata,

era una sentenza,

era stata presa la decisione,

trovai il verdetto legato ad un palo…

 

Quella sera pioveva,

e come pioveva,

gli scrosci della pioggia “rossa”,

lo stillicidio dei miei occhi,

cercavano di capire,

cercavano di osservare,

era una pioggia sanguinosa,

tutto intorno a me era rovente.

Non so per quale motivo

dopo cena sono uscito,

esattamente non ricordo…

Avevo bisogno di camminare,

avevo bisogno di procedere,

andarmene a piedi

incontro all’accaduto,

“viaggiare”, 

era la necessità,

era l’obbligo,

era la miseria di noi uomini,

era la fame,

era lo stento:

Tutto questo

apparteneva

ad un cane:

Igor!

 

Poi ho sentito

un lamento di un cane,

era il gemito.

Continuava

a forzare,

a costringere,

a imporre, 

avevo un ladro

che mi frugava addosso,

poi il guaito agghiacciante:

Era

legato

ad

un

palo.

 

E’ veramente incredibile,

oggi ho accolto un cane,

il suo nome e’ Igor,

aveva una medaglietta

intorno al collo.

Forse è più giusto dire

che oggi ho accolto il tuo cane!

 

Lo scelto,

o forse ci siamo scelti,

ci siamo stretti con gli occhi…

Uno guardo,

un’espressione,

un’atteggiamento,

il discernimento

tra un uomo e un cane.

 

Era stato legato ad un palo,

ben allacciato,

ben annodato.

Hai incatenato il tuo compagno,

il tuo alleato,

il tuo confidente,

il tuo spasimante,

il tuo seguace:

Sei un subumano,

cerchi sempre di superare

ciò che la natura

può sopportare.

 

Il rispetto

verso la dignità,

il rispetto

verso il “diritto”,

il rispetto

verso la “necessità”!

 

Penso che Igor

abbia più di 1o anni,

penso anche

che non hai più voluto tenerlo,

penso che Igor abbia perso peso,

penso che Igor sia molto terrorizzato,

penso che Igor sia molto depresso,

penso che Igor farà molto fatica

ad avere

la fede,

l’affidamento,

la speranza,

l’aspettativa,

verso l’uomo!

Penso che Igor abbia patito il freddo…

Ma sei veramente interessato

a questi miei pensieri?

Ma sei veramente interessato

a sapere delle sue condizioni?

 

Dimmi una cosa:

“Che cazzo ti è successo?

Ti sei trasferito? 

Sei partito per l’Alaska?

Tutto ad un tratto sei allergico ai cani?

Ti sono ostili?

Sei per caso un alieno?

Dimmi la verità, 

dopo tutto non c’era nessun motivo…”

 

Sai…

non riesco a farlo giocare,

non ha voglia.

Sai…

non mangia,

non ha fame.

Sai…

Igor mi ha detto

di aver commesso un gravissimo errore,

è stato quello di fidarsi di te.

La tua macchia del disonore,

la tua “onta”,

la tua aberrazione:

Addosso

a

“lui”.

 

Lo hai condannato,

lo hai dichiarato colpevole,

era giusto infliggergli una pena,

il tuo prigioniero,

il tuo carcerato,

il tuo recluso forzato!

 

Era giunto da te per colmare

il “vuoto”,

e tu che hai fatto?

Lo hai legato

ad un palo e te ne sei andato!

 

La storia

parla troppo degli uomini,

la storia parla troppo poco degli animali.

Penso alla creazione  dell’uomo,

l’universo,

il cosmo,

il creato,

l’Opera di Dio…

Invece

fu un giorno molto triste

per tutto il globo terrestre

e per tutti gli animali:

T r e m a r o n o,

r a b b r i v i d i r o n o.

 

La grandezza di un uomo,

la sua dimensione,

la sua “estensione”,

l’ampiezza e la vastità di un cuore,

la capacità di contenere

e sopportare il dolore,

la sua “statura”,

la nobiltà,

la sublimità della magnificenza,

la sua morale,

il suo progresso:

La tua “grandezza”

è

una catena,

la tua ossessione

di schiavitù verso “l’altro”,

hai sempre venerato

la sottomissione,

queste

successioni e “processioni”,

le tue collezioni, 

poi…un palo,

poi…Igor!

 

Gli occhi di Igor li hai mai osservati?

Ora sono annebbiati,

ho visto un “velo”,

ho visto quando si oscurano,

ho visto quando si confondono. 

Spesso sono impenetrabili,

non ho l’accesso

non me lo consente,

sono imprendibili,

sono come il vento.

Spesso si gira dall’altra parte

mi mostra il fianco,

arranca nello sguardo,

fa molta fatica a “reggerlo”,

chissà cosa penserà

mentre mi guarda:

Ecco

un

altro

infame!

 

Verso il più debole.

 

Provare il dolore,

provare la felicità,

provare la miseria…

Non si potrà mai misurarla,

non si potrà mai esaminare,

non si potrà mai controllare.

Penso che tra un uomo

e un animale non ci siano differenze,

nessuna diversità al riguardo,

nessuna disuguaglianza al riguardo.

 

Un uomo,

un coltello,

un’arma,

una catena,

un cazzo di pensiero marcio:

E poi distruggere,

sempre il più debole,

è sempre la stessa storia.

 

Ama tutta la Creazione Divina,

nessuna forma è esclusa,

ama tutti i granelli di sabbia,

ama tutte le foglie,

ama ogni goccia di pioggia,

ama ogni raggio di sole,

ama tutte le piante,

tutto questo per penetrare

in Gesù e nulla più…

Che

hai da guardare?

Si dico a te

che hai da guardare?

Il cane che porto a passeggio

e’ malandato,

il cane che porto a passeggio

zoppica,

ma comprendi benissimo

per quale motivo arranca:

ERA IL TUO CANE!

 

…e

nulla

più.

 

 

 

 

 

 

Articoli Correlati

2 Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button