“Scriverai di me un giorno?
Ne sarei tanto fiero e orgoglioso.“
Ricordo…
era una domenica mattina,
il sole splendeva,
i nostri piedi affondavano
dentro la sabbia,
ti sorreggevi a me:
“Voglio…eh scusami desidero,
si desidero che tu inizi
a sfilare il cappuccio alla tua penna,
devi iniziare a scrivere,
anche se un giorno
non sarò più accanto a te,
io riuscirò a leggerti lo stesso.“
Quelle furono
le sue ultime parole che mi donò:
Con l’inchino del Cielo,
con la “Sua” benedizione,
fu “un’investitura” Consacrata,
fu il dono di un G e n i o.
Ha sempre imparato solo da se stesso,
quando voleva “c o l p i r e” colpiva,
coglieva sempre nel “segno”,
nessun altro poteva “c o l p i r e”
come colpiva “L u i”,
quanti cuori “trafitti”…
Osservava senza vedere,
l’uomo comune
vedeva e non osservava,
percepiva osservando,
scorgeva,
intravedeva,
distingueva,
comprendeva nel concepire il pensiero,
visitava i cuori,
incontrava le anime,
si recava per assistere,
ti “riconosceva”,
contemplava quando sognava…
Lo vedevo camminare,
lo vedevo “incidere”
dentro la vita degli altri,
“andava” a piedi,
lo vedevo espandersi,
lo vedevo diffondersi…
Sull’orlo di un precipizio,
lo vedevo urlare sopra
le gronde degli infami,
“quelle” degli indegni,
“quelle” degli spregevoli.
Lo vedevo cantare insieme agli angeli,
lo vedevo inginocchiarsi,
lo vedevo dentro burroni di catastrofi,
lo vedevo danzare
dentro i dirupi della vita,
volteggiava,
oscillava,
dentro le gocce,
erano gocce di “stille”,
in mezzo a sorsi di dolore e disperazione,
vite “lacerate”,
in mezzo alla poltiglia della corruzione,
vite tormentate,
in mezzo alla bassezza,
quanta grettezza e meschinità,
lo vedevo soffiare
e poi sbuffava sulla rovina,
lo vedevo nell’impossibile,
quante volte lo vedevo…non respirava:
Ho
visto
un
Genio.
Quando il G e n i o appariva
lo riconoscevi subito,
era l’istantaneo,
senza l’attesa,
nessun indugio,
il suo cuore s’innalzava,
volo di un gabbiano di Dio,
riusciva ad elevarti,
riusciva a “liberare”
la vita degli altri,
contro la schiavitù,
contro l’oppressione,
ti prendeva tra le “sue” braccia
e ti portava fuori dal “ghetto”…
Quando il G e n i o appariva
erano tutti uniti contro di lui,
se li ritrovava tutti addosso,
chissà da quanto tempo
aspettavano questo momento.
Quando il G e n i o appariva
nulla gli veniva perdonato,
ma L u i
farà sempre parlare
un’anima inquieta e “sgrammaticata”,
restava in silenzio,
non potevo “entrare”
dentro “quella” sua silenziosità,
non potevo entrare
dentro “quella” sua segretezza
di un mutismo incomunicabile,
ti farà sempre sentire
importante quando lo disprezzi,
ma per se stesso
non sarà mai abbastanza:
Ho
visto
un
Genio.
Lo vedevo bambino,
lo vedevo sempre
dentro la sua infanzia,
l’infante,
il pargoletto,
il marmocchio,
il giovanissimo,
è un figlio di Dio,
percorreva l’impossibile,
“consumava” l’impossibile:
Lo
concludeva!
Non somigliava a nessuno,
lo vedevo ovunque,
in ogni dove,
lo trovavo in qualsiasi Cielo,
giocava con la fantasia,
giocava con l’intuizione,
lo vedevo deciso,
lo vedevo veloce…
E quanto pesava il G e n i o,
quanto è “grave”,
e quanto pesavano mille mediocri,
quante “insufficienze”,
e quanto è folle un G e n i o…
Senza la sua follia
non sarebbe mai stato un G e n i o,
temerario dentro la sua esagerazione,
imprudente dentro i suoi azzardi,
tra la follia e il G e n i o
c’è solo il successo.
Scelse di essere Golia,
non scelse di essere Davide,
follia di un G e n i o.
Aveva la sua dimora
nel reparto superiore:
Ho
visto
un
Genio.
Camminava
su strade sconosciute,
“quelle” più ignote,
immenso forestiero
avvolto dai misteri,
come un temporale,
come il diluvio,
come la lite,
accarezzava il vento…
Il G e n i o
non aveva più Luce degli altri,
il G e n i o
raccoglieva la Luce,
la riuniva,
la comprimeva addosso a se,
la Luce rifletteva sempre addosso a lui:
La
differenza
tra
irradiare
e
ricevere.
Lo vedevo felice,
amava quello che faceva,
scopriva i problemi,
L u i non era la regola,
L u i era un miracolo,
imparavano cose che L u i
non aveva mai imparato da nessuno…
Il vaso
che cade
sul pavimento,
si spezza,
non poteva
restare intero…
Poi
il telefono
che squilla:
“Aveva
una perla sul cuore.”
Lontano
lontano
dai
rumori,
da
solo
con
te…
Tu sei un genio❤
Sei troppo buono grazie Aldo 🙂
❤️❤️❤️❤️
Ciao Laura 🙂