Di Luca Scutti

DAL SEMINARIO MAGGIORE ROMA 11/3/1983

Sono cosciente delle responsabilità che, con la mia ordinazione a “diacono

permanente” assumo davanti a Dio, alla chiesa ed alla comunità dei fratelli.

La consapevolezza di ciò che aspetta chi decide di mettersi alla sequela di

Cristo, o meglio, di chi decide di farsi “servo” di tutti gli uomini, come lo è

stato Cristo Gesù non mi sgomenta. Sono certo che con la Sua grazia, saprò

mostrarmi degno della missione che mi verrà affidata. Preoccupato: no,

felice: si! Chiedo scusa ma è proprio così: non accuso in me alcun timore;

al contrario: provo una grande gioia, una gioia incontenibile, per forza di

necessità, devo esternare, comunicare ad altri tanto ho bisogno di sfogarmi.

E lo sfogo è questo mio scritto. Il mio stato d’animo si può paragonare

(per darne una pallida idea) a quello in cui venni a trovarmi nella imminenza

delle mie nozze con Flora, l’amata mia sposa, completamento e coronamento

della mia umanità. Le premure nei preparativi, l’amorosa e paziente attesa,

le contrarietà delle persone care, il vivo desiderio dell’incontro con l’amata:

tutto come allora ma più di allora perché lo Sposo è Gesù, il verbo incarnato.

Si sono pazzo di desiderio; di desiderio di consacrarmi e donarmi a Gesù

Cristo, senza riserva, sono felice di offrirgli  me, la mia Flora con Ines e Luca,

frutti dell’amore che ci ha donato. Il mio cuore, i miei pensieri, i miei senti-

menti, le forze del mio animo bruciano d’amore per lo Sposo.

Pregusto l’abbraccio, la donazione, l’abbandono nel suo cuore e mi sento

impazzito di gioia di felicità. Voi tutti che mi volete bene: gioite con me!

La mia famiglia è la famiglia di Cristo redentore nell’adempimento della

volontà del Padre. Egli ci dona la Sua grazia. La nostra gioia è piena!

Gesù, impossessati di me e della mia famiglia!

E la Vergine Maria; la nostra fiducia, la impareggiabile Ancella dell’Altis-

simo, la Tenerissima Madre Tua e Madre nostra, ci insegni a conservarci nel

tuo amore, mentre con Lei cantiamo: “L’anima mia magnifica il Signore”…

Alleluia!

Un grazie ed un abbraccio di tutto cuore dal tuo Peppino.

Il servo del Signore

 

 

Pensieri e parole rinchiusi dentro una stanza del seminario maggiore

di Roma. Giuseppe restò lì per una settimana, “rinchiuso”…

per meditare, prepararsi all’incontro con il suo Sposo.

Una settimana dopo divenne diacono permanente.

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