Di Luca Scutti

CUT THE WORLD, TERAPIA INTENSIVA

Gli ho spedito un biglietto,

un semplice click,

un invio…

La speranza

ora e aver indovinato il giusto recapito,

e giungere all’Unico Destinatario.

Ho inviato il mio ambasciatore:

Il

cuore.

 

Ho tramesso a Lui,

la giusta comunicazione,

la giusta divulgazione,

la giusta Destinazione,

Sono solo poche righe,

è una preghiera:

Da

cuore

a

cuore.

 

La coscienza

mi è rimasta sempre accanto,

“lì” nel petto,

in mezzo al torace.

Ho atteso la pioggia,

gli sono andato incontro aspettandola,

addosso,

nell’intimo,

vicino,

vicinissimo,

dentro il temporale,

dentro il diluvio.

 

Poi ho atteso il vento,

ho atteso il cambiamento dell’aria,

la sua brezza,

il suo soffio,

ho atteso l’alito del Cielo,

la sua leggerezza.

 

Chi ci sarà ora al tuo fianco,

in quella parte laterale

così tanto importante:

E’

troppo

facile

ora.

 

Camminavo

dentro le prime file della notte,

nella parte interna per la precisone,

nella condensa,

sapessi quanto è spessa,

sapessi quanta è concentrata,

sapessi quanto è piena,

sapessi le ricchezze che trovo ogni volta…

Ero sotto un temporale,

ero ricoperto di scrosci,

ero ricoperto di rovesci,

il diluvio mi ha preso tra le sue braccia,

mi ha afferrato,

mi ha stretto,

mi ha trasportato al di là della carreggiata,

dall’altra parte,

dal diverso,

dal differente,

dal separato,

dal distinto,

dal diversificato,

dal nuovo:

Ad un certo punto

non sono più riuscito

a distinguere

una goccia di acqua piovana

da una lacrima.

 

Poi il vento,

l’aria è cambiata nell’attimo,

l’aria è cambiata in quel lampo,

l’aria è cambiata

nel batter ciglia del tuo cuore… 

C’era ancora la vita in te,

ancora bussava alla tua porta,

c’era ancora traffico nel tuo fiume rosso:

Ho visto una vela

sull’acqua

sospinta dal vento…

 

C’erano ancora

le folate di sangue dentro le tue coronarie,

riuscivano e volevano continuare a circondarti,

l’assedio degli angeli,

intorno al tuo cuore

erano riusciti a costruire una serra,

era tutto recintato,

ti cingevano come un bambino spaventato…

 

C’era ancora una via di comunicazione

che conduceva dritto al tuo cuore,

c’era ancora una strada di preghiera,

due mani giunte:

Il Santo Rosario

che avevo tra le mani,

non era mai stato

così tanto bagnato.

 

C’era ancora una careggiata,

c’era ancora un’apertura,

era tutto così penetrante,

gocciolava,

gocciolavano Stille di Cielo…

 

Sotto questo temporale,

c’era un nuovo passaggio,

era un nuovo cammino.

 

Ora dovrai incamminarti

dovendo prendere conoscenza

con un’altra persona,

una nuova consapevolezza,

un altro “io”:

TE

STESSO!

 

Non

troverai più accanto a te

la stessa persona

che

ERI

prima!

 

Poi ti sei svegliato 

da tutto quel torpore,

ti sei alzato,

hai spostato la tenda della stanza

dove eri costretto a riposare,

per ritornare,

per appoggiarti di nuovo

sulle spalle della tua vita,

a fianco a lei,

appiccicato,

troppo attento ora

a non fartela più sfuggire via:

Adagio…

ora stenditi sotto il sole.

 

Era il giorno,

era la Luce Benedetta dal Cielo,

era il tuo sogno da bambino

dentro questa tua nuova condizione,

era la tua qualità,

era il tuo obbligo,

era il tuo vincolo con tua madre

era il tuo patto di sangue con lei:

“Sollevami,

ho troppo freddo,

c’è troppo gelo,

è troppo rigido,

sono così distante,

sono così indifferente,

le pareti del mio cuore

sono troppo distaccate

l’una dall’altra,

c’è troppa distanza…

 

Madre sollevami,

ho tanto freddo”.

 

Lentamente

iniziava a trapelare la Luce,

c’erano le radiazioni luminose,

il calore degli angeli

scesi solo per te,

per donarti un sogno,

per donarti la bellezza nel cuore,

lo splendore,

e non tutto quello squallore,

c’era la magnificenza,

e non tutta quella bruttura

di mostri sempre pronti ad azzannarti.

 

Per donarti di nuovo

il tuo splendido sorriso,

per donarti la meraviglia,

due mani amabili e miracolose

pronte a rialzarti:

L’incanto

potente

della

preghiera,

e due occhi di madre

sempre attenti…

 

Ci sono troppe persone

che non si sono mai amate,

eppure è tua madre,

eppure è tuo padre,

eppure è tuo fratello,

eppure è tuo figlio.

 

Arriva poi un giorno

che la giostra si ferma,

nessun duello sotto il sole…

E il sole all’improvviso,

sorge anche di notte,

e il sole imprigionato nel buio.

E’ un sole freddo,

è una creatura orribile,

è anomalo,

è deforme,

è un orrore,

è un demone!

 

Poi…

Nessun torneo,

nessuna gara,

nessuna sfida,

nessun combattimento,

persino l’odio e il rancore

s’incamminano,

vanno via,

il loro “pellegrinaggio”

di distruzione è compiuto:

Questo

viaggio

è

terminato!

 

(Ci sono altre sagre,

da distruggere,

altri luna park,

da distruggere,

altri mercati,

da distruggere)

 

Ho l’anima saltata in aria,

è esplosa

me ne rendo conto,

è in piena deflagrazione.

La mia penna

è diventata incontrollabile

in questo momento.

Impossibile controllarla,

variarne ora il suo percorso

è irrealizzabile,

non decido io,

non ho mai deciso

di fronte a questo respiro.

La sua forza,

il suo calore,

ho il fuoco addosso,

poi il soffio e…

Abita

in

me.

 

Quante storie si potevano salvare,

quante?

Tante!

Quante vite si potevano salvare,

quante?

Tante!

 

Ora,

è fin troppo facile

stare vicino ad una persona

durante la sua malattia:

E’ semplice,

è comodo,

e’ agevole,

è facile.

 

Chiedere di osservare

sarebbe come spostare,

mettere al contrario la propria essenza, 

sarebbe l’opposto,

trovarsi in un luogo

che non ci appartiene:

Continua

pure

a

guardare.

 

Presto

taglierai il mondo,

presto

i tuoi occhi

diventeranno rosso corallo,

presto

il tuo cuore

avrà il colore dei tuoi occhi.

Dammi

la mano fratello

e cammina accanto a me,

le luci

della terapia intensiva

si sono spente…

Cosa c’è

più da temere ora?

Cosa?

Chi?

“Ah…dimenticavo…

CUT THE WORLD”.

 

 

 

 

 

 

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