Gli ho spedito un biglietto,
un semplice click,
un invio…
La speranza
ora e aver indovinato il giusto recapito,
e giungere all’Unico Destinatario.
Ho inviato il mio ambasciatore:
Il
cuore.
Ho tramesso a Lui,
la giusta comunicazione,
la giusta divulgazione,
la giusta Destinazione,
Sono solo poche righe,
è una preghiera:
Da
cuore
a
cuore.
La coscienza
mi è rimasta sempre accanto,
“lì” nel petto,
in mezzo al torace.
Ho atteso la pioggia,
gli sono andato incontro aspettandola,
addosso,
nell’intimo,
vicino,
vicinissimo,
dentro il temporale,
dentro il diluvio.
Poi ho atteso il vento,
ho atteso il cambiamento dell’aria,
la sua brezza,
il suo soffio,
ho atteso l’alito del Cielo,
la sua leggerezza.
Chi ci sarà ora al tuo fianco,
in quella parte laterale
così tanto importante:
E’
troppo
facile
ora.
Camminavo
dentro le prime file della notte,
nella parte interna per la precisone,
nella condensa,
sapessi quanto è spessa,
sapessi quanta è concentrata,
sapessi quanto è piena,
sapessi le ricchezze che trovo ogni volta…
Ero sotto un temporale,
ero ricoperto di scrosci,
ero ricoperto di rovesci,
il diluvio mi ha preso tra le sue braccia,
mi ha afferrato,
mi ha stretto,
mi ha trasportato al di là della carreggiata,
dall’altra parte,
dal diverso,
dal differente,
dal separato,
dal distinto,
dal diversificato,
dal nuovo:
Ad un certo punto
non sono più riuscito
a distinguere
una goccia di acqua piovana
da una lacrima.
Poi il vento,
l’aria è cambiata nell’attimo,
l’aria è cambiata in quel lampo,
l’aria è cambiata
nel batter ciglia del tuo cuore…
C’era ancora la vita in te,
ancora bussava alla tua porta,
c’era ancora traffico nel tuo fiume rosso:
Ho visto una vela
sull’acqua
sospinta dal vento…
C’erano ancora
le folate di sangue dentro le tue coronarie,
riuscivano e volevano continuare a circondarti,
l’assedio degli angeli,
intorno al tuo cuore
erano riusciti a costruire una serra,
era tutto recintato,
ti cingevano come un bambino spaventato…
C’era ancora una via di comunicazione
che conduceva dritto al tuo cuore,
c’era ancora una strada di preghiera,
due mani giunte:
Il Santo Rosario
che avevo tra le mani,
non era mai stato
così tanto bagnato.
C’era ancora una careggiata,
c’era ancora un’apertura,
era tutto così penetrante,
gocciolava,
gocciolavano Stille di Cielo…
Sotto questo temporale,
c’era un nuovo passaggio,
era un nuovo cammino.
Ora dovrai incamminarti
dovendo prendere conoscenza
con un’altra persona,
una nuova consapevolezza,
un altro “io”:
TE
STESSO!
Non
troverai più accanto a te
la stessa persona
che
ERI
prima!
Poi ti sei svegliato
da tutto quel torpore,
ti sei alzato,
hai spostato la tenda della stanza
dove eri costretto a riposare,
per ritornare,
per appoggiarti di nuovo
sulle spalle della tua vita,
a fianco a lei,
appiccicato,
troppo attento ora
a non fartela più sfuggire via:
Adagio…
ora stenditi sotto il sole.
Era il giorno,
era la Luce Benedetta dal Cielo,
era il tuo sogno da bambino
dentro questa tua nuova condizione,
era la tua qualità,
era il tuo obbligo,
era il tuo vincolo con tua madre
era il tuo patto di sangue con lei:
“Sollevami,
ho troppo freddo,
c’è troppo gelo,
è troppo rigido,
sono così distante,
sono così indifferente,
le pareti del mio cuore
sono troppo distaccate
l’una dall’altra,
c’è troppa distanza…
Madre sollevami,
ho tanto freddo”.
Lentamente
iniziava a trapelare la Luce,
c’erano le radiazioni luminose,
il calore degli angeli
scesi solo per te,
per donarti un sogno,
per donarti la bellezza nel cuore,
lo splendore,
e non tutto quello squallore,
c’era la magnificenza,
e non tutta quella bruttura
di mostri sempre pronti ad azzannarti.
Per donarti di nuovo
il tuo splendido sorriso,
per donarti la meraviglia,
due mani amabili e miracolose
pronte a rialzarti:
L’incanto
potente
della
preghiera,
e due occhi di madre
sempre attenti…
Ci sono troppe persone
che non si sono mai amate,
eppure è tua madre,
eppure è tuo padre,
eppure è tuo fratello,
eppure è tuo figlio.
Arriva poi un giorno
che la giostra si ferma,
nessun duello sotto il sole…
E il sole all’improvviso,
sorge anche di notte,
e il sole imprigionato nel buio.
E’ un sole freddo,
è una creatura orribile,
è anomalo,
è deforme,
è un orrore,
è un demone!
Poi…
Nessun torneo,
nessuna gara,
nessuna sfida,
nessun combattimento,
persino l’odio e il rancore
s’incamminano,
vanno via,
il loro “pellegrinaggio”
di distruzione è compiuto:
Questo
viaggio
è
terminato!
(Ci sono altre sagre,
da distruggere,
altri luna park,
da distruggere,
altri mercati,
da distruggere)
Ho l’anima saltata in aria,
è esplosa
me ne rendo conto,
è in piena deflagrazione.
La mia penna
è diventata incontrollabile
in questo momento.
Impossibile controllarla,
variarne ora il suo percorso
è irrealizzabile,
non decido io,
non ho mai deciso
di fronte a questo respiro.
La sua forza,
il suo calore,
ho il fuoco addosso,
poi il soffio e…
Abita
in
me.
Quante storie si potevano salvare,
quante?
Tante!
Quante vite si potevano salvare,
quante?
Tante!
Ora,
è fin troppo facile
stare vicino ad una persona
durante la sua malattia:
E’ semplice,
è comodo,
e’ agevole,
è facile.
Chiedere di osservare
sarebbe come spostare,
mettere al contrario la propria essenza,
sarebbe l’opposto,
trovarsi in un luogo
che non ci appartiene:
Continua
pure
a
guardare.
Presto
taglierai il mondo,
presto
i tuoi occhi
diventeranno rosso corallo,
presto
il tuo cuore
avrà il colore dei tuoi occhi.
Dammi
la mano fratello
e cammina accanto a me,
le luci
della terapia intensiva
si sono spente…
Cosa c’è
più da temere ora?
Cosa?
Chi?
“Ah…dimenticavo…
CUT THE WORLD”.
, ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
🙂