“Sono la foglia d’autunno caduta,
sono la rapida
di una desolazione infinita,
sono la lamina
dallo spessore molto sottile,
sono il fogliame,
sono l’asfalto bagnato
sempre irrigato dai miei dispiaceri,
immerso dai miei ricordi,
saturo delle mie lacrime,
sono il catrame sotto le mie scarpe,
sono inondato,
sono riversato qui…
Sono
la luminaria di notte,
sono
lo sguardo di un cane
che è sempre accanto a me,
i nostri occhi sono
sempre così identici,
precisi,
immutabili gemelli,
le nostre espressioni
sono sempre le stesse,
la nostra presentazione
è sempre la stessa.
Sono
il palo della luce,
sono
il guardiano del nulla,
sono
il fanale dell’automobile,
sono
l’odore della benzina,
sono
l’odore sgradevole,
sono
il cartone di uno scatolone
sempre più sudicio,
sono
un “disegno” confezionato
che nessuno guarda mai,
sono
il ponte,
sono
il sottopasso,
sono
il rifiuto,
sono
la vostra negazione,
sono
la vostra vergogna,
sono
il vostro disonore,
sono
il vostro fallimento,
sono
l’onta umana,
sono
l’abbandono,
sono
l’indifferenza glaciale,
sono
un foglio di giornale
mi riveste
donandomi un pò di calore,
non troverai
mai scritto il mio nome,
sono
lo straccio attaccato a me,
sono
pazzo…così dicono,
sono
l’elemosina senza chiederla,
sono
un crocifisso di legno
legato intorno al collo,
dondola ma è fermo,
dondola ma è ancorato,
è congelato
addosso al mio cuore,
sono
la preghiera
prima di addormentarmi,
sono
il pensiero profondo,
è un pensiero infinito,
è un pensiero abissale,
è un pensiero potente,
è un pensiero sentito“.
Iniziò a parlare
senza mai fermarsi
per un solo istante,
fissando sempre l’orizzonte,
osservava l’infinito sopra la panchina…
“Eppure dicono di aver visto
un uomo morire sulla croce,
ma basta che giri lo spigolo
di una qualsiasi strada…
Si,
mi puoi trovare li,
nel mio “Golgota”,
in ebraico significa:
“Cranio, teschio”.
Non ho mai chiesto nulla,
non ho mai preteso nulla,
non ho mai imposto nulla.
A volte,
spesso,
parlo come Gesù:
“Ho fame,
ho sete,
ho freddo,
pietà di me”.
Mai
nessuno
ha “sentito”,
ha intuito,
ha riconosciuto,
ha previsto,
il mio grido di dolore
avvolto nel silenzio…
Lo “strepito”
che ha provato a parlare
nel cuore della notte,
eppure per loro
c’erano solo assenza
di qualsiasi tipo di “rumori“,
nessun respiro,
nessun alito bianco
condensato nelle arterie della notte,
nessun sospiro,
nessun soffio,
nessuno stava
soffocando dal dolore,
nessun mutismo,
nessuno faceva
fracasso addosso al muro.
Sono tutti occupati
ad “uccidersi”
l’uno con l’altro,
l’incapacità di non riuscire
a far funzionare
la loro parte conscia.
Non esiste più lo spazio,
dentro di loro
non lo troverai mai.
Lo hai notato anche tu?
E’ tutto così pieno,
è tutto così compresso,
l’ego sproporzionato,
l’io,
la vanità
che si veste di superbia.
Manifestarsi,
creare lo spazio,
è nel vuoto che puoi costruire.
Così presi,
così popolati,
così abitati,
e sapessi quante
volte penso a Gesù.
Sono diventato
il Suo ladrone da proteggere,
da soccorrere,
da confortare,
da accudire ogni volta
che scende la notte,
Luca ho sempre tanta paura,
le tenebre della morte
mi spaventano sempre.
Le tenebre di questi uomini,
la loro oscurità,
il loro squallore,
alcuni di loro
non hanno mai avuto il coraggio
di guardarmi in faccia,
non chiedo mai nulla,
chiedo solo un sorriso
di quando erano bambini…
C’è qualcosa di più bello
di un sorriso di un bambino?
Cerca sempre di farti accompagnare
dalla compassione,
non uscire mai di casa
se non è addosso a te,
se non avverti la sua presenza
torna indietro,
e vattela a riprendere.
Non dimenticare mai
che le persone
stanno combattendo
una “guerra”
più grande della tua,
la mia “guerra”
non la conosce nessuno.
Ci vuole
tutta la compassione amorevole,
non puoi mai sapere
cosa è accaduto
nella vita di uomo,
in quale campo da battaglia
si possa trovare,
qual’è la sua sofferenza,
nessuno potrà mai saperlo,
quali sono gli ostacoli
che ogni giorno
non riesce a superare,
bisogna cercare
di avere il coraggio
di entrare
dentro la sua battaglia,
la compassione è una qualità
che ti proteggerà sempre,
è stata benedetta dal Cielo,
è un enorme opportunità,
e insieme al tuo cuore
tutto sarà più facile.“
Poi si stese dentro vari cartoni,
si mise sopra il corpo
svariati giornali e stracci.
Il suo viso era molto provato,
ma anche in quella posizione
continuò a parlare anche se per poco.
Si addormentò pronunciando il mio nome.
“Ho visto le persone
“proteggersi” da me,
mentre tu dopo aver trovato
tutte le strade chiuse
per arrivare a me,
la giusta strada
sei riuscito a creartela,
fantastico.
Ora caro Luca devo riposare.
Il vecchio barbone
ti dice che è stato uno degli uomini
più liberi del mondo,
e un giorno morirà congelato
sopra una panchina di un parco.
Questa notte prima di addormentarti
stringi a te la compassione,
stringila forte,
non sciuparla,
non sprecare nessun attimo
trascorso insieme a lei,
vattela sempre a prendere,
potrebbero rubartela,
è rara.
Sarà come stringere
un pò anche me…
Ciao amico Luca.
Ciao Osvaldo.
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Laura 🙂
❤️❤️❤️❤️
Grande Aldo 🙂